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Stili di vita : Disturbi della personalità: Il narcisista: colui che ha difficoltà ad amare
Inviato da Felice Guadagno il 5/12/2023 9:40:00 (3470 letture)

gifcadenteCi sono persone che hanno difficoltà ad aprirsi al bello dei sentimenti: il narcisista è una di quelle persone. Quando si sente questo termine pensiamo subito al mito di Narciso che, ammaliato dalla sua immagine nello stagno, finisce per caderci dentro e morire annegato. In realtà il narcisismo va ben oltre una mera condizione di adulazione della propria immagine esteriore, anzi alle volte non ne è affatto l’aspetto principale, perché vedremo che la cosa è molto più complessa. 



NarcisismoIl narcisismo è una condizione di disagio in cui non è integrata la capacità d’amare, in quanto non c’è oggetto d’amore altro da sé. Ma più che amore è preoccupazione costante per sé stesso, carica di ansia e angoscia per ciò che egli giudica importante, che sia la salute, che siano gli amici, che sia la sua casa, o il lavoro, ma tutto è in funzione di sé stesso, della paura di perdere le sue ferree certezze. 



I narcisisti che vanno di fiore in fiore e che sembrano dei grandi amatori, in realtà, prima di tutto, strumentalizzano gli altri; inoltre il piacere che provano è effimero, in quanto non è legato ai sentimenti e ai valori, quindi devono andare a cercare un altro trofeo per dimostrare a sé stessi di essere degli ottimi amanti. In tutto ciò i sentimenti sono sulla soglia dell’anestetizzazione. La persona sostanzialmente matura ha la capacità di innamorarsi e di amare e può sviluppare un attaccamento appassionato in un rapporto di coppia stabile, il narcisista no. Se è in coppia tende a controllare e a strumentalizzare il partner, spesso vive storie parallele. a



Il narcisista è in genere una persona pronta a mentire spudoratamente, a ingannare senza pietà, nella totale noncuranza di cosa potrebbe provare l’altro. Non ha progetti relazionali, ma piuttosto tende ad ammaliare con chiacchiere sapientemente dosate. Tende a vedere il male in molte situazioni, nel senso che avverte il rischio di una minaccia anche dove non dovrebbe esserci e per questo vive una vita inautentica. Il narcisista inoltre mette in atto una serie di condizionamenti che paralizzano la partner, mettendola in uno stato di incertezza e tenendola in suo potere, anche attraverso il sottile uso della gelosia. Il dramma è che la partner è una invisibile/insicura verrà schiacciata senza neanche accorgersene. È di fatto un tipo fascinoso e ammaliatore, che conosce benissimo i punti deboli e i gusti della persona con cui ha a che fare per poterla conquistare alla velocità della luce. Tutte queste strategie sono giustificate dal fatto che teme di dare tropo potere al partner e quindi deve marcare dei limiti ben precisi entro cui possa sentirsi sicuro. a



Il narcisismo nasce in genere come meccanismo di difesa da certe ferite infantili di vario genere, soprattutto nel rapporto con la madre. Di fatto si tratta di persone molto fragili e insicure, paurose e timorose dietro la loro finta corazza da seduttori e impeccabili amatori. Sono persone distaccate dalla loro interiorità proprio per questo: perché vedere queste ferite e fragilità allo specchio li farebbe sprofondare nell’angoscia della necessità di cambiare assolutamente prospettiva e rivoluzionare la loro vita. La persona con questa struttura di personalità è marchiata in maniera onnipotente e irrealistica al controllo e al potere, in nome del quale si dissocia dai propri sentimenti di fragilità e dai bisogni più profondi del proprio essere, vissuti spesso come minaccia per le proprie capacità di attenta e oculata gestione delle situazioni. Di fatto giocano a scacchi con la vita, hanno ricacciato nel profondo di loro stessi la parte più autentica e viva, quella del sentimento e dell’affettività vera. a



È complicato stargli vicino sul piano umano, perché è difficilissimo comprenderlo ed entrarvi profondamente in contatto in quanto il narcisista incarna un falso sé grandioso e illusorio ed è lontano egli stesso dalla conoscenza della sua vera natura, così come dalla consapevolezza dei propri reali bisogni.

L’io del narcisista è sostanzialmente rigido e non ha quella capacità di abbandonarsi al rapporto di coppia tipica dell’innamorato, spesso ne vede principalmente il lato costrittivo, come una gabbia. Pur desiderando da un lato un rapporto coinvolgente dall’altra parte è distaccato è diviso. I partner sono semplici oggetti, strumenti di rassicurazione momentanea. Ha un bisogno ansioso di rassicurazione, vuole essere confermato nel suo fascino. La personalità narcisista è bloccata a livello infantile e come il bambino scalcia per ottenere attenzioni e si arrabbia se gli vengono tolte, così il narcisista scalcia e si irrita se gli si toccano le sue certezze, di qualunque natura esse siano, perché se esse cadono lo lasciano nella paura. Egli cerca nei suoi partner la rassicurazione di essere degno di amore. Una certa dose di narcisismo è presente in tutti. Ma la persona matura non possiede un interesse narcisistico così esclusivo da impedirsi di amare e di investire stabilmente su un partner senza paura.

Il narcisista è rigido mentre la persona che ha un adeguato amore di sé è flessibile. Deve avere spesso l’ultima parola sulle cose e purtroppo per quieto vivere è bene lasciargliela. E ci vuole molta attenzione e saldezza di carattere per non farsi manipolare dai loro strategici giochi, visto che è facilissimo scivolare nel senso di colpa per aver sbagliato qualcosa con loro. Quindi è bene non sviluppare mai relazioni di dipendenza con loro, mai avere uno spasmodico bisogno di loro, perché sono persone che non cambiano per amore, anche perché l’amore di per sé non fa miracoli se non si è disposti a farsi toccare da esso e da ciò che esso comporta: e di certo il narcisista non lo vuole. Insomma ahimè sono individui che non h
ASOIanno una reale percezione di sé stessi e vengono considerati delle sanguisughe psicoemotive che prendono ciò di cui necessitano, lasciando il compagno privo di energie.

Succhiano il buono che gli viene dato ma non ne metabolizzano il valore perché ciò implicherebbe scendere troppo nel profondo di sé stessi, cosa che il narcisista teme. Sanno accattivare una gran quantità di partner perché sono abili seduttori che conoscono bene i gusti su cui far leva. Inoltre amano apparire tenebrosi e misteriosi e per questo tendono a mantenere molto riserbo sulla loro vita privata, sia come difesa, sia perché spesso hanno davvero molte cose da nascondere. La dura realtà è che tutto ciò che fa ha solo delle mire egoistiche, ossia serve a costruire l'immagine di sé che lui vuole vedere nello specchio e così inganna il partner che si fida delle sue parole e di quello che spesso vaneggia a chiacchiere.

Dietro la loro corazza da spacconi che si sparano pose c’è però un nucleo molto fragile e bisognoso di affetto: difatti egli vuole essere rassicurato nella sua capacità di amare. Questo nucleo affettivo esiste di fatto, perché lo abbiamo tutti dentro, semplicemente dobbiamo riconoscerlo. La profonda affettività del partner potrebbe essere capace di far vibrare queste corde recondite, è che spesso non succede perché il partner si stufa del trattamento e del comportamento che il narcisista assume. Quindi è necessario un amore devoto e paziente, discreto e attento, la saldezza di un carattere che non si mostri scosso dagli atteggiamenti a volte altamente scostanti del narcisista. Bisogna essere capaci di quei gesti di profonda affettività che potrebbero entrare in risonanza con il nucleo profondo, ma senza aspettarsi che questo accada necessariamente e senza rimanere feriti, delusi o schiacciati se non avviene. Quindi bisogna avere un occhio fisso su di sé per non perdersi in una relazione difficile e l’altro occhio fisso su tutto ciò che di buono, anche se poco, questa persona è in grado di darci e su quel che di buono può avere, nella sua capacità di essere felice per un gesto di affetto vero che possiamo dargli.

Tenendo un occhio fisso sul suo nucleo profondo possiamo forse essere quel faro nella sua notte che lui non può assolutamente essere per sé, così preso com’è dalla sua vuota esteriorità meccanica e finta, possiamo essere quella persona che gli fa scoprire di essere capace di amare se lo vuole, rimarginando piano piano quella ferita narcisistica infantile che egli non è mai riuscito a vedere. È un bene enorme il momento in cui il narcisista ha questi spiragli di riconoscenza, o degli spiragli di lucidità in cui si accorge di vivere una vita in catene, perché significa che esiste in lui una piccola parte di consapevolezza che potrebbe crescere, ma spesso rimangono singoli momenti in cui il narcisista cade in crisi e preferirebbe scappare da tutto. Possiamo quindi fare tutto ciò auspicando che un giorno il nucleo profondo della sua persona possa emergere, ma senza vivere di questa speranza, dato che il cambiamento di per sé è qualcosa che si può attuare solo se lo si vuole davvero.



Storia




La parola "narcisismo" proviene dal mito greco di Narciso. Secondo il mito Narciso era un bel giovane che rifiutò l'amore della ninfa Eco. Come punizione, fu destinato ad innamorarsi della sua stessa immagine riflessa nell'acqua. Incapace di consumare il suo amore, Narciso "rivolge lo sguardo rapito nello specchio d'acqua, ora dopo ora" e infine viene mutato in un fiore che porta il suo nome, il narciso.

Il concetto di eccessivo amor proprio è stato riconosciuto e preso in esame nel corso della storia.

Nell'antica Grecia tale concetto è stato inteso come hýbris. Solo in tempi recenti è stato definito in termini psicologici.



Aspetti clinici e di ricerca


Disturbo narcisistico della personalità




Sebbene la maggior parte delle persone presenti tratti narcisistici, alti livelli di narcisismo possono manifestarsi in forma patologica, chiamata disturbo narcisistico della personalità, a causa del quale il paziente sopravvaluta le sue capacità e ha un eccessivo bisogno di ammirazione e affermazione. Questo disturbo è una condizione definita dalla quarta versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ma è stata formulata una proposta per rimuoverlo dalla quinta versione.




Alcuni individui affetti da questo disturbo possono avere serie difficoltà a sperimentare l'amore


Studi sul narcisismo


Sigmund Freud




Sigmund Freud, che presenta il suo primo saggio sul narcisismo nel 1914, ne amplia il significato introducendo i concetti di narcisismo primario e di narcisismo secondario o protratto.




Il narcisismo primario è inizialmente, per Freud, lo stadio intermedio tra l'autoerotismo e l'alloerotismo (o fase dell'amore oggettuale), nel quale il bambino investe tutta la sua carica erotica su se stesso prima di rivolgerla verso altre persone. Nella fase del narcisismo primario l'appagamento è ancora autoerotico, ma riferito ad un'immagine unificata del proprio corpo o ad un primo abbozzo di Io e non più puramente sessuale. Un arresto allo stadio autoerotico disporrebbe alla schizofrenia. Successivamente Freud pone tale narcisismo primario in una fase della vita antecedente a qualsiasi costruzione dell'Io, senza alcuna relazione oggettuale, come nella vita intrauterina e nello psichismo protomentale.


Melanie Klein




Melanie Klein concorda con questa seconda versione, intendendo la relazione con la propria immagine come impossibile in un ambiente privo di relazioni. Secondo la Klein, infatti, anche il neonato è capace di sperimentare relazioni oggettuali d'amore e di odio e non può creare alcuna immagine se privato di esse.




Il narcisismo secondario o protratto è invece il concetto di narcisismo nell'età adulta, e si riferisce come termine al ripiegamento sull'Io




 




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