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Rubriche > DIALOGO CON L'EDITORE > Fare il sindaco nei piccoli paesi, è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro
Fare il sindaco nei piccoli paesi, è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro
Articolo di Giuseppe Piccolo pubblicato il 1/11/2017 (1451 Letture)
I politicanti sono i camerieri dei banchieri. Sappiamo che i politicanti nostrani sono collusi con ogni interesse immaginabile (banche, petrolio, armi, droga, prostituzione eccetera) ma la domanda che dobbiamo porci è molto semplice. Perché un politico dovrebbe rifiutare la responsabilità di creare denaro per il popolo? Tutti i parassiti politici piazzati alla guida dell'Italia hanno sempre indebitato lo Stato chiedendo denaro in prestito ad una ristretta cerchia di banchieri privati. Questi banchieri internazionali creano il denaro dal nulla e senza nessuna contropartita, semplicemente stampandolo. Gran parte delle tasse versate dal cittadino servono a pagare gli interessi su quel debito inestinguibile, eterno, costituito da carta straccia. Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite, riflettori e paillettes delle televisioni, alle urla scomposte di politicanti professionisti, a quelle vostre glorie vuote da coglioni. 


 



gifaperteFra la prima e la seconda guerra mondiale, morti e feriti sono state 400 milioni di persone, per renderci liberi.
Alcuni sindaci dei piccoli paesi, benpensanti, questa classe intelligente così sprovvista di intelligenza, cambiano spesso discorsi infastiditi pensando solo ai propri interessi. Finita e dimenticata la resistenza, tornano di moda i «sindaci della desistenza»: e tra poco reclameranno cattedre e bandi. Sono questi i segni dell'antica malattia. E nei migliori, di fronte a questo rigurgito, rinasce il disgusto: la sfiducia nella libertà, il desiderio di appartarsi, di lasciare i sindaci politicanti. Questo il pericoloso stato d'animo che ognuno di noi deve sorvegliare e combattere, prima che negli altri, in se stesso: se io mi sorprendo a dubitare che i morti siano morti invano, che gli ideali per cui son morti fossero stolte illusioni, io porto con questo dubbio. Dopo la breve epopea della resistenza eroica, sono ora cominciati, per chi non vuole che il mondo si sprofondi nella palude, i lunghi decenni penosi ed ingloriosi della resistenza in prosa. Ognuno di noi può, colla sua oscura resistenza individuale, portare un contributo alla salvezza del mondo: oppure, colla sua sconfortata desistenza, esser complice di una ricaduta che, questa volta, non potrebbe non esser mortale.

Sappiamo che i politicanti nostrani sono collusi con ogni interesse immaginabile (bandi truccati, banche, droga, prostituzione eccetera) ma la domanda che dobbiamo porci è molto semplice. Perché un politico dovrebbe rifiutare la responsabilità di creare denaro per il popolo? Tutti i parassiti politici piazzati alla guida dell'Italia hanno sempre indebitato lo Stato chiedendo denaro in prestito ad una ristretta cerchia di banchieri privati. Questi banchieri internazionali creano il denaro dal nulla e senza nessuna contropartita, semplicemente stampandolo. Gran parte delle tasse versate dal cittadino servono a pagare gli interessi su quel debito inestinguibile, eterno, costituito da carta straccia.
Arroventiamo la penna nel fuoco vulcanico dello spirito nostro negatore; intingiamola nel nostro cuore gagliardo, gonfio di sangue ribelle e, nell'atea luce dell'anima nostra, scriviamo, scriviamo... Scriviamo così, rapidamente, senza vane ricerche letterarie, senza ripugnanti ideologie teoriche, senza bigotte e sentimentali sdolcinature da isterici e politicanti, avvolti solo nel manto della nostra furibonda passione! Scriviamo soltanto parole di sangue, di fuoco e di luce! Scricchiola, striscia o mia ruvida penna di fuoco e di energia sul bianco candore di questo foglio, come striscia una lingua di vipera sulla tenera gola di un bambino innocente per dargli, col veleno, la morte.
Chi l'ha costruita sono stati politicanti e studiosi del Nord e del Sud, in nome dell'unità, del progresso, della rivoluzione, del Re, del Duce. Non tutti insieme, si capisce, né tutti con la medesima voce, ma un po' per volta, in armonica disarmonia. Gente magari in buona fede, ma che ignorava i fatti, quelli veri: oppure gente che voleva nascondere qualcosa, per diversissime ragioni spesso contrastanti. La ragione, o meglio il pretesto più comune e più facile era, anzi è l'unità d'Italia, alibi necessario che ogni sozzura copre con le sue grandi santissime ali. Il risultato? Oggi più che mai l'Italia è divisa in due parti, una tutta bianca, l'altra tutta nera. Di questo mito il tempo ha fatto un baluardo così roccioso e inattaccabile che il conformismo liberale, anche se a volte dubitoso ed erudito, non osa neppure scalfirlo.



Io sono stato eletto dal popolo... 



Si perchè li hai ingannati... meglio dire che sei un politicante... 



Meditate gente meditate ... alla prossima puntata... 



 



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