Curiosità : Raccolta su 20 peccati - La sessualità nel divino pensiero - Il peccato dei fidanzati, coniugi, convivenza, toccamenti, sguardo, abiti femminili, lussuria, ecc
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Inviato da Adriana Addy il 14/1/2024 9:30:00 (11191 letture) |
«In questo libro, destinato esclusivamente ai preti e ai diaconi, noi abbiamo tentato di raccogliere ciò che sarebbe pericoloso ignorassero i sacerdoti, esercenti il ministero della confessione, e ciò che non può essere spiegato negli atti pubblici dei seminari, né confidato indistintamente a giovani alunni senza peccare di indecenza». Manuale dei Confessori (per preti e diaconi) sul 6° Comandamento Mons. Bouvier, vescovo di Le Mans, 1853. Raccolta su 20 peccati.
2. Il peccato dei fidanzati |
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| Una posizione peccaminosa
Il giovane che fa sedere una ragazza sulle sue ginocchia e la trattiene, o abbracciandola la preme su se stesso ordinariamente, commette peccato mortale e la donna non va immune dallo stesso peccato se volontariamente a tutto ciò acconsente. | Si domanda se sia permessa ai fidanzati dilettarsi nel pensiero degli abbracciamenti carnali futuri:
R. Se i fidanzati pensano al godimento carnale prevedendo il futuro accoppiamento, peccano mortalmente, imperocché si figurino il congiungimento venereo come effettivo e vi si dilettano volontariamente.
| È peccato mortale il dilettarsi deliberatamente in qualsiasi emozione carnale, ancorché eccitata casualmente. |
3. Il peccato dei coniugi [le posizioni proibite] |
| Vi è una specie di sodomia, che accade anche fra persone di sesso diverso, quando la relazione carnale avviene all'infuori dell'accoppiamento delle parti genitali; per esempio, quando si mettono in opera le natiche, la bocca, le mammelle, le cosce. Benché questa infamia non sia punita egualmente come la sodomia propriamente detta, è certo ch'essa è sempre una grande ignominia contro natura.
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Nel caso poi dell'uomo passivo e della donna attiva, il ribaltamento della natura sarebbe ancor più grave.
| Peccano mortalmente i coniugi… se si accoppiano carnalmente usando di una parte del loro corpo che non è quella voluta dalla natura, per esempio, se la moglie prende in bocca il membro virile del marito. |
È severamente da biasimare, specialmente il marito, se per sentire maggiore piacere s'introduce nella vagina della moglie facendosi volgere da lei il didietro come usano le bestie, oppure mettendosi sotto di lei, imperocché queste strane posizioni corporali sono spesso segni di passionalità moralmente cattiva in coloro che non si accontentano delle posizioni naturali. Anche a letto comanda l'uomo
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| Il dilettarsi toccando, senza il fine dell'accoppiamento, le parti veneree è peccato veniale o mortale…
La polluzione (l'emissione del liquido seminale senza l'atto della penetrazione), considerata in se stessa, è un peccato contro natura;
Il palparsi fra coniugi è peccato mortale quando ne risulti un imminente pericolo di polluzione, imperocché la polluzione non è lecita né ai coniugati né ai liberi, e non si può ammettere scusa alcuna ad esporsi volontariamente al pericolo di essa. |
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4. Sullo stupro: il peccato della donna violentata e non dello stupratore | Si domanda cosa deve fare una donna, oppressa dalla forza, al fine di non peccare innanzi a Dio.
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| R. 1 Deve, internamente, non acconsentire al piacere venereo, qualunque sia la violenza esterna che su lei si compie: se no, peccherebbe mortalmente.
R. 2 Ella deve difendersi con tutte le sue forze,… in guisa però di non uccidere né di mutilare gravemente l'aggressore, perché la vita e i principali membri del corpo valgono in questo caso più dell'onore, che nella donna qui non è altro che materialmente offeso.
R. 3 Se ella spera di poter essere soccorsa, deve gridare e invocare l'opera altrui, imperocché se ella non resiste… parrebbe ch'essa acconsentisse. E meglio sarebbe mille volte morire, piuttosto che piegare di fronte a questo pericolo. Una giovane, ridotta a queste strette, temendo di poter acconsentire al piacere delle sensazioni veneree, deve gridare, anche con evidente pericolo della propria vita; in tal caso ella sarà una martire della castità. |
5. Il peccato della convivenza |
| Il concubinato è la relazione fra un uomo libero e una donna libera, i quali convivono come se fossero in matrimonio, o sotto lo stesso tetto, o in separate abitazioni. È certo che il concubinato, inteso così, è un peccato molto più grave della semplice fornicazione, perché c'è l'abituale disposizione dello spirito a peccare.
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La fornicazione con persona eretica o infedele, è peccato ancor più grave, in quanto che ridonda in obbrobrio alla vera religione.
| Anche i fornicatori e gli adulteri non possono opporsi alla generazione, lasciando volontariamente cadere il seme fuori della vagina della donna, perché questa è sempre una cosa contro natura. (coitus interruptus) |
6. Il peccato dei baci |
| I baci, ancorché onesti, dati o ricevuti per motivo di libidine, fra persone dello stesso sesso o di sesso diverso, sono peccati mortali.
| I baci in parti inusitate del corpo, per esempio, sul petto, sulle mammelle o, come usano i colombi, introducendo la lingua nella altrui bocca, reputansi fatti con intendimenti libidinosi, o almeno inducono nel grave pericolo della libidine, e perciò non vanno esenti da peccato mortale.
È certo che i baci, anche se onesti, che inducono nel prossimo pericolo di polluzione o di veementi commozioni di libidine, sono da reputarsi peccati mortali. |
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7. Il peccato della polluzione spontanea |
| Se alcuno, per ragioni di sua particolare debolezza, è solito provare polluzione (l'emissione dello sperma senza l'atto della penetrazione) guardando piacevolmente una donna in qualche parte sensuale del corpo, o toccandole una mano, premendole le dita, conversando con lei, abbracciandola onestamente, assistendo a balli, deve astenersi da tutti codesti atti sotto pena di peccato mortale. |
9. Il peccato dello sguardo |
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L'esperienza dimostra che la vista influisce sulla lussuria meno del tatto: nondimeno non si può negare che gli sguardi impudichi spessissimo sono un peccato mortale o veniale secondo l'intenzione, il consenso, o il pericolo:
1. È certo che taluni sguardi, benché in se stessi onesti, sono peccati mortali quando avvengono accompagnati da sensuale intenzione.
2. È pure un peccato mortale se il guardare impudico eccita i moti della concupiscenza e si presta ad essi assenso.
| È peccato mortale il dilettarsi guardando le mammelle nude d'una donna avvenente, perché è insito in questi sguardi un pericolo.
| È spesso grave peccato il guardare vivamente una bella persona d'altro sesso, perché una tale attenzione è piena di pericoli: ciò nondimeno, se… manchi l'intenzione impudica, il peccato è veniale. |
10. Il peccato degli abiti femminili |
| Le donne sono sempre incline verso questo genere di peccati, perché attirando con il loro abbigliamento gli sguardi degli uomini, offrono ad essi occasione di spirituale rovina. Per conseguenza:
- Le donne che non hanno marito, né vogliono averlo, né sono in condizione di averlo peccano moralmente se si adornano colla intenzione di ispirare amore negli uomini, in quanto che, in codesto caso, sarebbe un amore non tendente al matrimonio, e per ciò necessariamente impuro. |
11. Il peccato dei romanzi |
| Qui non si parla dei libri eretici ed empi, ma soltanto dei libri opposti ai buoni costumi, specialmente di quelli che volgarmente si chiamano Romanzi, i quali solitamente contengono amori illeciti e narrazioni così congegnate e disposte da poter eccitare disordinate libidini. |
Quelli che scrivono libri gravemente osceni peccano mortalmente, imperocché danno a molti occasione di rovina spirituale; non possono quegli scrittori invocare ragione alcuna che li scusi.
| Peccano mortalmente quei librai che li tengono nel loro negozio, che li espongono e li vendono al pubblico.
| È, di regola, peccato mortale leggere libri di questa specie, sia che si leggono per desiderio sessuale, sia per leggerezza, per curiosità o per ricreazione, perché, di loro natura, commuovono i sensi e conturbano la immaginazione ed accendono nel cuore fiamme impure. |
12. Il peccato del ballo |
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È peccato mortale assistere a danze gravemente disoneste, sia per le nudità che vi appaiono, sia pel modo di danzare, o per le parole dei canti, pei gesti che vi si fanno: per ciò, il ballo tedesco chiamato "Valzer" non può mai essere permesso.
| A questi peccatori, fino a che non si siano pentiti, devesi negare l'assoluzione.
| Coloro che danno scandalo, benché danzino non disonestamente, peccano mortalmente a meno che non siano scusati da una necessità;
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I monaci, i religiosi, i preti inferiori, che danzano in pubblici balli, non vanno immuni da peccato mortale, quantunque danzino castamente. Tale sembra l'opinione di molti teologi e fra essi Benedetto XIV, il quale nelle Istit. 76, interdice rigorosamente le danze ai sacerdoti e ai preti, e dimostra la sua interdizione con ragionamenti e con testimonianze.
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L'assistere e il prender parte decentemente a danze oneste, senza che vi sia grave pericolo, è notevole scandalo; è peccato, ma soltanto veniale. I teologi più rigidi non ammettono questo pensiero, e sostengono che in ogni ballo ove danzano promiscuamente uomini e donne c'è sempre il pericolo grave di lussuria; né devesi prestar fede a coloro che dicono di non provare nel ballo movimenti disordinati né compiacenze voluttuose. | |
I sacerdoti non possono mai dare positiva approvazione a questi sollazzi, o partecipare ad essi, o ad essi assistere; li devono anzi continuamente disapprovare, come pericolosi almeno come poco conformi alle virtù cristiane;
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13. Il peccato degli spettacoli |
| Quelli che compongono o rappresentano commedie sconce, peccano assolutamente di grave peccato in causa dello scandalo dato, benché da essi non voluto. |
È pure peccato mortale incoraggiare commedie notevolmente oscene col danaro e con gli applausi in teatro, perché in questi casi c'è positiva cooperazione a cose mortalmente peccaminose;
| Anche chi scrive commedie e tragedie non molto oscene o le rappresenta in teatro, pecca di peccato mortale, in causa del pericolo annesso a queste rappresentazioni o dello scandalo che da esse deriva. Perciò gli attori e le attrici furono nel Concilio d'Arles (anno 314 can. 5) scomunicati e, "almeno in Francia", vennero fin qui considerati come infami.
| Assistere a scene teatrali notevolmente sconce è peccato mortale in causa di pensieri libidinosi che esse suscitano. |
Io [Mons. Bouvier] non assolverei:
1. Gli attori e le attrici, nemmeno negli estremi di vita, a meno che non rinneghino la loro professione;
2. Gli scrittori che compongono opere piene di illeciti amori da rappresentarsi in teatro;
3. Quelli che direttamente cooperano alle rappresentazioni teatrali, come le cameriere che abbigliano le attrici e coloro che fanno professione di vendere, noleggiare o fabbricare bastimenti destinati al solo uso dei teatri; |
14. Il peccato del godimento | È peccato fare l'amore per il piacere
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L'atto coniugale compiuto per solo godimento è peccato, ma soltanto veniale. Che sia peccato lo prova l'autorità di Innocenzo XI, che condannò la seguente asserzione: "L'atto coniugale compiuto pel solo piacere ch'esso procura è esente da ogni colpa, o fallo, anche veniale";
| Il piacere annesso al compimento dell'atto coniugale è il mezzo che conduce al fine, cioè alla procreazione della prole: all'infuori di questo scopo, quel piacere diventa illecito; e a più forte ragione è illecito l'accoppiamento se, sviato dal suo scopo, si compie per godimento. |
16. Il debito coniugale |
Secondo la S. Scrittura e la Ragione, è stretto obbligo in ciascun coniuge di rendere il debito coniugale all'altro che lo chiedesse espressamente o tacitamente;
| Secondo la S. Scrittura: I° Corinti 7,3: "L'uomo renda il debito coniugale alla moglie, e la moglie lo renda al marito: non vogliate imporvi delle privazioni, a meno che ciò non avvenga con mutuo consenso per adempiere ai compiti della preghiera". D'onde risulta: È peccato mortale il ricusare il debito coniugale, anche per una sol volta, senza legittimo motivo, |
17. Sul peccato di Onan [Coito interrotto] |
| Questo peccato avviene allorquando l'uomo, dopo essersi introdotto nella vagina della donna, si ritira affinché il suo liquido spermatico non si versi dentro le parti genitali della donna stessa, e così non avvenga la generazione.
1. È certo che l'uomo il quale così opera, qualunque ne sia la causa, pecca mortalmente,
2. È certo che, per la stessa ragione, la moglie che induce il marito a così fare, ovvero acconsente alla di lui detestabile azione, o "a più forte ragione essa si ritira", malgrado la volontà del marito prima che questi le abbia versato nella vagina il seme, pecca mortalmente ed è assolutamente indegna dell'assoluzione. |
18. Sulle cause della lussuria | | Le principali e più frequenti cause dei peccati di lussuria sono: L'oziosità che "insegna molte cose cattive" (Eccl. 33,29); il dormir troppo; la morbidezza o il tepore del letto; i giochi, gli allettamenti e le delizie della vita;
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La familiarità fra persone di diverso sesso, anche sotto pretesto di matrimonio; gli sguardi, i toccamenti, gli abbracci, i colloqui teneri.
| Le danze, le commedie ed altri spettacoli profani; le letture di libri osceni, i romanzi, i turpiloqui, le canzoni amorose; l'abbigliamento immodesto o lussureggiante. |
19. Sui rimedi alla lussuria | | Si devono specialmente prescrivere
i seguenti rimedi:
| 1. La preghiera frequente e fervorosa. "Vedendo che io non poteva in altro modo essere continente, se non che rivolgendomi a Dio,... andai a Lui e lo pregai" (Sap. 8,21)
2. La lettura di libri di devozione, la meditazione sulla passione di Cristo e sui supplizi riserbati ai libidinosi nell'altra vita;
3. Custodire [tenere prigionieri] i sensi, specialmente quello della vista: "Non guardare le fanciulle se non vuoi che la loro bellezza ti faccia cadere in scandalo"
4. Mortificare la carne e digiunare, imperocché i contrari si guariscono coi contrari: "Non si caccia questa specie di demoni se non colla preghiera e col digiuno" (Matt. 17,20). |
20. Sulle norme per i confessori |
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Questi sono i principali peccati coi quali si suole macchiare la santità del matrimonio: Dio spesso li punisce, anche in questa vita, con l'estinguere la famiglia, con la scostumatezza dei figli, con la morte improvvisa, o con altre calamità. Molti errano quei coniugi i quali credono che tutto a loro sia lecito nel matrimonio: perciò, con facilità essi commettono innumerevoli peccati mortali, che poi non svelano al confessore e che imputridiscono dentro di essi.
| L'esperienza insegna che molti coniugi non confessano i peccati commessi nell'uso del matrimonio, se non sono interrogati. Ora, il confessore li può interrogare su quelle cose che fra coniugi si permettono:
Avete voi qualche cosa che vi morde la coscienza? Se essi dicono di nulla avere e sembrano abbastanza istruiti e timorati, non è necessario lo insistere ulteriormente. Ma se essi sono rozzi o la loro sincerità appare dubbia, il confessore deve insistere: chiederà ad essi se hanno mai negato il debito coniugale: e se questa frase non fosse da essi compresa, potrà dir loro: Vi siete mai rifiutati all'atto che si fa per avere dei figli?
Se rispondono d'aver rifiutato, bisogna informarsi del motivo, e dopo questa informazione si giudicherà se v'ha peccato o no; e se vi ha peccato, se sia mortale o veniale.
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I parroci e i confessori devono proclamare l'onestà e la santità dei doveri coniugali; e dicano spesso col Beato Paolo: "Che ciascuno di voi sappia ch'egli possiede parti sensuali per scopo di santificazione e d'onore, non per sfogo di passioni, come usano le genti che non conoscono Dio". |
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