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Salute e Benessere : Cos'è il tumore al polmone - In aumento tra le donne - Chi è a rischio - Prevenzione
Inviato da Angela Vivo il 24/11/2024 8:20:00 (2194 letture)

cancro-al-polmoneIl tumore del polmone compromette questa funzione in quanto provoca una crescita incontrollata di determinate cellule polmonari (quelle che costituiscono bronchi, bronchioli e alveoli) che possono costituire un massa che ostruisce il corretto flusso dell'aria, oppure provocare emorragie polmonari o bronchiali. Non esiste un solo tipo di tumore al polmone bensì diverse tipologie di malattia a seconda del tessuto polmonare interessato.




cancro-al-polmoneI polmoni sono due organi simmetrici, spugnosi, posti nel torace. La loro funzione è quella di trasferire l'ossigeno respirato al circolo sanguigno e depurarlo dell'anidride carbonica prodotta dall'organismo.



Quanto è diffuso



Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati.




Questa malattia da sola rappresenta il 20 per cento di tutti i tumori maligni nelle persone di sesso maschile.

In questi ultimi anni, però, si sta registrando un progressivo aumento anche tra le donne. La ragione è semplice: le donne fumano sempre di più e il fumo è la prima causa di cancro al polmone.



In Italia si stimano oltre 250.000 nuovi casi di tumore ogni anno nelle persone fino agli 84 anni di età. Pur tenendo conto dell'aumento dei casi dovuto all'invecchiamento della popolazione, in media un uomo ogni tre e una donna ogni quattro ha la probabilità di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita media (0-74 anni). In Italia muoiono per tumore del polmone circa 35.000 persone all'anno (circa 27.000 uomini e 6.000 donne), rappresentando la prima causa di morte oncologica negli uomini e la seconda nelle donne.

Secondo l'ultimo rapporto ISTAT, la mortalità per tumore diminuisce del 2 per cento circa l'anno, ma nel caso del cancro polmonare tale diminuzione riguarda solo gli uomini mentre nelle donne i decessi sono aumentati dell'1,5 per cento.



Chi è a rischio - Il fumo in cifre





Il fumo di sigaretta è oggi ritenuto il fattore causale più importante del tumore polmonare. È stato dimostrato che un uomo dell'età di 35 anni, che fuma 25 o
Diffusione in Italia del tumore al polmonepiù sigarette al giorno, ha un rischio di morire di cancro del polmone prima dei 75 anni pari al 13 per cento.



Il rischio aumenta in relazione a:




1. numero di sigarette fumate (in modo proporzionale diretto: più sono, più sale il rischio);




2. età di inizio dell'abitudine al fumo (più si è giovani, più rischi si corrono);




3. assenza di filtro nelle sigarette (i prodotti della combustione, come i catrami, contribuiscono in modo rilevante alla patologia).




Nei soggetti che smettono di fumare il rischio si riduce nel corso dei 10-15 anni successivi, fino a eguagliare quello di chi non ha mai fumato, se si riesce a smettere per tempo. Anche il fumo passivo aumenta il rischio di sviluppare il carcinoma polmonare (ovvero aumenta del 19 per cento il rischio dell'individuo non fumatore di ammalarsi di cancro al polmone).





Il più importante fattore di rischio nel tumore del polmone è rappresentato dal fumo di sigaretta: esiste infatti un chiaro rapporto dose-effetto, e questo vale anche per il fumo passivo, tra questa abitudine e la neoplasia. Ciò significa che più si è fumato (o più fumo si è respirato nella vita), maggiore è la probabilità di ammalarsi. Questa relazione vale in particolare per alcuni sottotipi di cancro al polmone: il carcinoma spinocellulare e il microcitoma.



Il fumo di sigaretta contiene numerose sostanze che agiscono direttamente (cioè con lesioni immediate) o indirettamente (cioè con lente modificazioni nel corso del tempo) a livello dei bronchi.

Per fare un esempio, sono cancerogeni diretti gli idrocarburi aromatici policiclici (cioè i prodotti della combustione, tra cui il ben noto benzopirene) e le nitrosamine (derivati dell'ammoniaca usati nella lavorazione delle sigarette); invece i fenoli e le aldeidi (contenuti per esempio nella carta) si sono dimostrati fattori indiretti, cioè sono in grado, col tempo, di promuovere la trasformazione delle cellule in senso tumorale.




Esistono poi altri cancerogeni chimici come l'amianto (asbesto), il radon, i metalli pesanti, il catrame e gli oli minerali, che provocano il tumore del polmone soprattutto in quella parte di popolazione che viene a contatto con queste sostanze per motivi di lavoro: si parla in questo caso di esposizione professionale.




Infine non bisogna dimenticare alcune alterazioni genetiche che predispongono a questa malattia: le più importanti sono quelle che avvengono a carico del gene p53 o del gene FHIT, che comunque sono causa di un numero molto ridotto di casi. 



Tipologie




Bronchi, bronchioli e alveoli polmonari sono ricoperti da un sottile strato di tessuto detto epiteliale. Il 95 per cento dei cancri al polmone origina proprio dall'epitelio e viene chiamato carcinoma broncògeno (ovvero originato dai bronchi). Nel restante 5 per cento dei casi l'origine può essere a livello di tessuti diversi che compongono il polmone, per esempio i tessuti nervoso ed endocrino (in questo caso si parla di carcinoide polmonare di origine neuroendocrina) o linfatico (in questo caso si tratta di un linfoma polmonare).




Il carcinoma spinocellulare (detto anche squamocellulare) rappresenta il 25-30 per cento dei tumori broncògeni e nasce nelle vie aeree di medio-grosso calibro. È dovuto alla trasformazione dell'epitelio bronchiale provocata dal fumo di sigaretta. È questo il tumore polmonare con la prognosi migliore.




Al pari del precedente, anche il microcitoma (o tumore a piccole cellule), che si osserva nel 20 per cento circa dei casi, insorge nei bronchi che hanno diametro più grande, e anch'esso è correlato con il fumo di sigaretta. Questo tumore è costituito da cellule di piccole dimensioni, ha un'origine di tipo neuroendocrina e può esistere in forma pura oppure coesistere con altri tipi. La sua prognosi è in genere peggiore del precedente.




L' adenocarcinoma si presenta in circa il 30 per cento dei casi e si localizza, al contrario dei precedenti, in sede più periferica e cioè a livello dei bronchi di calibro minore. È il tumore polmonare più frequente tra chi non ha mai fumato e talvolta è dovuto alla presenza di cicatrici polmonari (per esempio per vecchie infezioni tubercolari o per pleuriti). Un sottotipo è rappresentato dall'adenocarcinoma bronchioloalveolare che deriva dalle cellule che tappezzano gli alveoli e che tende a diffondersi lungo le vie aeree.




Meno frequente (10-15 per cento) è invece il carcinoma a grandi cellule che deriva anch'esso dalle vie aeree più piccole.




Dal punto di vista clinico si è soliti fare distinzione tra il tumore polmonare a piccole cellule (cioè il microcitoma) e il tumore polmonare non a piccole cellule (che comprende i restanti tipi sopra menzionati). L'importanza di questa suddivisione è legata al diverso tipo di trattamento.



Sintomi




Come già accennato in precedenza, il carcinoma spinocellulare e il microcitoma insorgono in posizione più centrale, cioè nei rami bronchiali di calibro maggiore; l'adenocarcinoma e il carcinoma a grandi cellule si presentano invece in posizione più periferica.




Il tumore del polmone può diffondersi per contiguità alle strutture vicine (la pleura, la parete toracica e il diaframma sono alcuni esempi), per via linfatica ai linfonodi (bronco-polmonari, mediastinici e sovraclaveari) o attraverso il flusso sanguigno: in questo ultimo caso si presenterà con metastasi a distanza. Quasi tutti gli organi possono essere colpiti: il fegato, il cervello, i surreni, le ossa, i reni, il pancreas, la milza e la cute.



Il tumore del polmone non sempre si manifesta con chiarezza fin dagli esordi e i sintomi possono essere comuni ad altre malattie polmonari.

Tosse secca o con catarro (talora striato di sangue), piccole perdite di sangue con i colpi di tosse (emottisi), difficoltà respiratorie, dolore al torace e perdita di peso sono segni e sintomi caratteristici che possono anche presentarsi in forma lieve e in una piccola percentuale di casi mancare.



Prevenzione



Per fare una buona prevenzione del cancro al polmone non resta che eliminare il fumo.




Nel caso dei non fumatori è bene far rispettare in ogni occasione i divieti imposti nei luoghi pubblici e di lavoro, in particolare in presenza di bambini.



Non vi è ancora accordo tra gli esperti sull'opportunità di sottoporre a screening

(cioè a esami periodici) persone che sono a rischio elevato perché fumatrici o ex fumatrici: la ragione è che non sempre gli screening sono efficaci, individuano il tumore precocemente e consentono di effettuare terapie che aumentano effettivamente la durata di vita della persona.




Studi sono ancora in corso per dimostrare l'utilità di sottoporre i fumatori ultra cinquantenni a esami annuali come la TAC spirale o l'esame citologico dello sputo. Sono disponibili anche alcuni marcatori nel sangue (tra cui alcuni ormoni) che consentono di valutare l'evoluzione della malattia.




Uno screening controverso




I medici ripongono molte speranze nella possibilità di identificare precocemente i tumori polmonari, in particolare quelli a più lenta diffusione, che potrebbero essere guariti da un intervento chirurgico tempestivo. Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi studi iimportanti, due dei quali rivestono particolare interesse per chi deve decidere se sottoporsi o meno a questo tipo di esame.



Il primo, uscito sul New England Journal of Medicine, ha dimostrato che la TAC spirale è lo strumento più adatto a identificare precocemente alterazioni del tessuto polmonare e quindi a diagnosticare precocemente un eventuale cancro nei soggetti ad alto rischio come i fumatori accaniti. Alla fine dello studio, le persone sottoposte all'esame mostravano un aumento della sopravvivenza.



Il secondo studio, uscito su JAMA — che in realtà è una metanalisi, ovvero una "somma" dei risultati di più studi clinici — ha dimostrato che lo screening con la TAC spirale non diminuisce la mortalità, ma prolunga solo la sopravvivenza, ovvero la durata della vita dal momento della diagnosi (che viene ovviamente anticipata) al momento del decesso che avviene più o meno nello stesso momento in cui sarebbe avvenuto senza l’anticipazione diagnostica. Alla luce di questi risultati non conclusivi si stanno effettuando nuove ricerche (anche in Italia grazie a fondi di AIRC) che dovrebbero dare finalmente un risultato sicuro.




Diagnosi




L'esame istologico (cioè lo studio al microscopio di un frammento di tessuto prelevato dal tumore) è fondamentale per poter impostare con correttezza il programma di terapia.




Per la diagnosi di un tumore del polmone che abbia manifestato sintomi, oltre all'esame clinico, la radiografia e la TAC del torace sono esami fondamentali.




Nei casi dubbi si utilizzerà la PET oppure metodi più fastidiosi ma necessari come la broncoscopia (utile anche per eseguire prelievi del tessuto senza ricorrere all'intervento chirurgico).



Evoluzione



I tumori polmonari sono classificati in base a quattro stadi di gravità crescente.




Per la classificazione di questo e altri tumori si usa il cosiddetto sistema TNM.
gif32




Il parametro T descrive la dimensione del tumore primitivo (cioè quello che si è manifestato per primo nel caso in cui questi siano più di uno sia all'interno del polmone sia nel resto dell'organismo), il parametro N prende in considerazione l'eventuale interessamento dei linfonodi e infine il parametro M fa riferimento alla presenza o meno di metastasi a distanza.



Come si cura



L'approccio terapeutico cambia a seconda che ci si trovi di fronte a un tumore a piccole cellule, sensibile ai chemioterapici, oppure a un tumore non a piccole a cellule, che non presenta tale sensibilità.




Nel primo caso la malattia è più aggressiva e proprio per questa sua caratteristica il trattamento si basa principalmente sulla chemioterapia e sulla radioterapia (ove possibile); la chirurgia, cioè l’eliminazione del tumore mediante l’asportazione della parte di polmone coinvolta, del tutto o in parte (lobectomia), è indicata solamente in casi selezionati.




Nel tumore non a piccole cellule l'intervento chirurgico rappresenta invece la terapia di scelta, a meno che non siano già presenti metastasi a distanza.



Nel caso di un tumore di grosse dimensioni esiste la possibilità di effettuare la chemioterapia prima o dopo l'operazione chirurgica che prende il nome rispettivamente di neoadiuvante o adiuvante. Lo scopo è quello di ridurre la dimensione del tumore per rallentare le ricadute. È possibile anche utilizzare la radioterapia.




Tra i farmaci chemioterapici più attivi ricordiamo i derivati del platino e i taxani: sono comunque allo studio nuove molecole che hanno già dimostrato una certa attività su altri tipi di tumore e che ora vengono testati anche su questo.



Cancro al polmone: in aumento tra le donne




Non è solo il tumore al seno a dover preoccupare le donne; sono infatti in aumento le donne che si ammalano di cancro ai polmoni. Purtroppo però quest'ultimo viene sottovalutato e spesso anche ignorato con conseguenze che a volte possono essere mortali.

Potrà sembrare paradossale ma sebbene le donne, di solito attente e informate in tema di salute appaiono un po' "impreparate" di fronte a questa forma tumorale. Questi sono i risultati di uno studio condotto su 600 persone tra uomini e donne di eta' compresa fra i 25 e i 60 anni e realizzato da lma Research per l'associazione Onda.

E' cresciuta la consapevolezza che il tumore al polmone non colpisce solo gli uomini ma solamente il 32% delle donne sa negli ultimi anni le morti per questa malattia sono aumentate proprio tra la popolazione femminile, anche tra le non fumatrici, raggiungendo il secondo posto tra le cause di morte oncologica.

Sottovalutare il tumore del polmone per una donna è un grave errore. Come confermano i nostri dati, questa neoplasia è ancora troppo sentita come malattia del fumatore. Chi non fuma non si sente toccato dal problema ed assume un comportamento di indifferenza e disinteresse; chi lo fa si sente razionalmente esposto ma mette in atto un atteggiamento emotivo difensivo e distaccato. Solo una esigua parte di popolazione, indipendentemente dall'abitudine al fumo, si mostra coinvolta e sensibile verso tutto ciò che ruota attorno al tumore del polmone



Quello che occorre è anzitutto una campagna di sensibilizzazione capillare rivolta anche alle giovanissime che troppo presto iniziano a fumare ignare dei tantissimi rischi. Non è di certo con una sigaretta che dimostra agli altri il proprio valore.






 




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