I valori glicemici a digiuno si attestano normalmente intorno a 60-75 mg/dl mentre nella fase postprandiale questi valori salgono a 130-150 mg/dl.
Valori glicemici a digiuno (mg/dl):
Normale: <80-100
Alterata: 100 – 125
Diabete: >126
L'organismo umano possiede un sistema di regolazione intrinseco che consente di mantenere relativamente costante la glicemia durante l'arco della giornata. La presenza di glucosio nel sangue e’ essenziale per la vita, esso e’ infatti un nutriente essenziale per tutte le cellule dell'organismo. In soggetti sani che seguono una dieta mista la glicemia si mantiene, durante la giornata, generalmente tra i 60 e i 130 mg/dl, con un valore medio di riferimento di 90 mg/100 ml (5 mM).
Il mantenimento del tasso glicemico e’ un meccanismo regolato da parte del fegato, i tessuti extraepatici ed e’ mediato principalmente dall'azione di due ormoni: l'insulina ed il glucagone. L'insulina svolge un ruolo centrale nella regolazione del tasso di glucosio ematico. Le sostanze che promuovono la liberazione di insulina sono amminoacidi, acidi grassi liberi e corpi chetonici.
Il tasso glicemico e’ regolato da un complesso di meccanismi metabolici e neurormonali, che ne impediscono le forti oscillazioni in difetto od in eccesso. Aumenta nei soggetti diabetici e si abbassa nel digiuno prolungato.
Se l'apporto di glucosio con le scorte corporee e’ insufficiente, la glicemia si abbassa (si chiama: ipoglicemia) ed inizia a manifestarsi la sofferenza cerebrale con capogiri e senso di spossatezza. Se il glucosio scarseggia e non c'e’ sufficiente apporto di carboidrati, il fegato sintetizza glucosio da proteine e da lipidi con un processo denominato gluconeogenesi. Tale processo provoca pero’ un eccesso di urea (con sovraccarico renale) e un accumulo di corpi chetonici (tutti derivati da un eccesso di acetil-CoA, quindi scorie provenienti dall'utilizzo degli acidi grassi) con conseguente acidosi. Se il livello dello zucchero aumenta si chiama iperglicemia e indica una situazione di diabete.
Un’alterazione di questo sistema di regolazione puo’ provocare condizioni di ipoglicemia (bassi livelli di glucosio nel sangue) o di iperglicemia (alti livelli di glucosio nel sangue), che possono essere anche fatali.
Per esempio, nel diabete, uno stato di iperglicemia cronica puo’ portare a un danno progressivo di organi come reni, occhi, nervi, cuore e vasi. L’ipoglicemia, invece, ha effetti gravi soprattutto sul sistema nervoso.
Aumento dei valori: Avvelenamento da ossido di carbonio, Cirrosi epatica, Diabete mellito, Feocromocitoma, Ictus cerebrale, Infarto cardiaco, Insufficienza renale cronica, Ipertiroidismo, Pancreatine, S.di Cushing Stress, Contraccettivi orali diuretici glucocorticoidi
Diminuzione dei valori: Digiuno, Epatiti croniche, Insufficienza surrenale, Ipertermia, Ipotiroidismo, Malassorbimento, Neoplasia del pancreas di tipobeta
La determinazione della glicemia si effettua sul sangue venoso, ma negli ultimi anni sono stati sviluppati apparecchi portatili (cosiddetti glucometri) che eseguono il controllo, in pochi secondi, su una goccia di sangue capillare prelevato dal polpastrello: questo permette ai diabetici un migliore controllo della patologia con una minore insorgenza di complicanze.
Si utilizza un campione di sangue prelevato dalla vena di un braccio.
Per un controllo personale (fate attenzione) della glicemia, pratica quotidiana nei malati di diabete, e’ sufficiente raccogliere poche gocce di sangue pungendo la pelle con un piccolo ago. L’esame viene eseguito a digiuno, ad almeno 8-10 ore dall’ultimo pasto.
Esiste anche il test del glucosio urinario, che misura la concentrazione di glucosio nelle urine e che rientra nelle analisi delle urine eseguite di routine. In genere cio’ che causa aumenti della glicemia produce anche un incremento del glucosio nelle urine.
Lo sport, in particolar modo gli sport di resistenza (ad esempio la corsa, il ciclismo, il nuoto e lo sci di fondo), permettono all'organismo di regolare la glicemia senza ricorrere alla trasformazione dei carboidrati in grassi.
Nei soggetti sedentari le riserve di glicogeno sono invece quasi sempre al massimo, se si mangia "normalmente". Un minimo eccesso di carboidrati assunti con l'alimentazione, sotto l'effetto dell'insulina, viene trasformato in grassi ed accumulato nelle cellule adipose: in altre parole, si e’ destinati ad ingrassare.
Caffe’ di nuovo sotto accusa, aumenta glicemia
Quattro caffe’ al giorno e la glicemia puo’ salire dell’8%, mettendo in serio pericolo la salute di chi soffre di diabete di tipo 2.
E’ il nuovo, sconfortante allarme che riguarda la bevanda più amata dagli italiani.
Questa volta si tratta di un piccolo studio pubblicato su ‘Diabetes Care’ e portato avanti da ricercatori della Duke University Medical School di Durham (Usa) su 10 malati, che sono stati invitati ad assumere in un arco di 72 ore, a giorni alterni, alcune pillole che contenevano l’equivalente in caffeina di quattro tazzine, oppure un placebo. Per tenere sotto controllo i pazienti, gli studiosi hanno inserito nel loro braccio alcuni chip sottocutanei in grado di monitorare il livello di glucosio nel sangue. Dalle analisi e’ emerso che assumere caffeina puo’ aumentare la glicemia, soprattutto dopo i pasti: +9% dopo la colazione, +15% dopo pranzo e +26% dopo cena. Sembra che questa sostanza agisca interferendo con il processo che ‘sposta’ il glucosio dal sangue ai muscoli e ad altre cellule dell’organismo. Inoltre, potrebbe innescare il rilascio di adrenalina aumentando così la quantita’ di zuccheri nel sangue. “Ora l’indagine andra’ effettuata su un numero maggiore di diabetici - puntualizza James Lane, autore dello studio - e occorre comunque sottolineare che nelle persone sane il caffe’ non ha effetti collaterali come questo, e anche fra i diabetici potrebbero esserci persone più o meno ‘sensibili’ agli effetti negativi legati al consumo massiccio di questa bevanda”.
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