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Rubriche > MISTERI NASCOSTI > Il meccanismo dell'illusione - La ricerca della tana perduta
Il meccanismo dell'illusione - La ricerca della tana perduta
Articolo di Celeste Stella pubblicato il 19/6/2012 (1946 Letture)
gif76Questa forma di illusione nasce dall’idea che sia possibile ripristinare un grembo materno, dove si è esonerati anche dai bisogni elementari, quali il respirare ed il nutrirsi, perché lo fa la mamma al posto del feto. Se ci pensate per un istante, è una condizione “paradisiaca”, in quanto non occorre fare altro che rilassarsi in un caldo liquido al buio e in un insieme di suoni ovattati. 


La ricerca della tana perduta è un’illusione che colpisce una percentuale elevatissima di persone, in quanto, visto che si basa su di un’esperienza che tutti gli esseri viventi sperimentano, ci sono 2 possibilità: o la si elabora e la si utilizza consapevolmente, oppure la si agisce, come una cronica tentazione di ripristinare illusoriamente quella condizione.  gig61


I modi per agire l’illusione di ritrovare la tana perduta sono infiniti: il meccanismo comune è quello di illudersi di aver trovato, finalmente, uno spazio dove restare tranquilli, senza poter essere mai espulsi o maltrattati.


Se guardiamo ai rapporti tra le persone, ci accorgiamo di vari esempi di questa illusione. 


Ad esempio, nelle coppie c’è la dolce illusione di dirsi “staremo per sempre insieme e non ci lasceremo più”. E’ un’illusione dolcissima, se ci pensate. E, se ci pensate ancora un po’, vi accorgete di quanto sia falsa: se le cose vanno bene per la coppia, ci si lascerà alla morte di uno dei due.


Non tutte le illusioni sono da combattere, perché alcune hanno una funzione evolutiva insostituibile.


Ad esempio, quando si è innamorati, oltre a dirsi “non ci lasceremo più”, i due partner si idealizzano reciprocamente, perdendo la testa. Metaforicamente, “perdere la testa” significa porre il cuore al comando della propria vita: infatti, gli innamorati compiono azioni “folli”, dettate dal cuore, che solo i pazzi e i bambini generalmente possono realizzare. Senza quella idealizzazione, difficilmente si incamminerebbero in quel sentiero meraviglioso, complesso e doloroso, che è la coppia. Allora, l’illusione dell’innamoramento rende, inizialmente, le cose più semplici, nascondendo momentaneamente i punti di attrito.


L’illusione, poi, fisiologicamente, svanisce, lasciando il posto ad un rapporto più maturo, nel quale è possibile affrontare e sostenere quell’utilissimo attrito, che porta alla crescita di entrambi. 


A questo punto, possono comparire alcune distorsioni. Ad esempio, uno dei due partner, che ha un’idea romantica ed immatura dell’amore, legge la dissolvenza dell’illusione da innamoramento come la fine dell’amore, tronca la relazione e va a cercarsi un altro “innamorato/a”. Questo comportamento è paragonabile a quello di un contadino folle, che, dopo la semina, taglia i germogli appena spuntati per andare a seminare da un’altra parte. 


Un’altra distorsione, ancora più praticata, per non uscire mai da questa illusione, consiste nel dare per scontata la relazione di coppia, così da strutturare un sistema di pretese nei confronti dell’altro: si può andare dalla pretesa rabbiosa di trovare il pranzo sempre pronto e caldo al proprio ritorno a casa, a quella di essere compresi telepaticamente dal partnedn8r. Fare del rapporto di coppia la propria tana, dove il partner diventa scontato, quasi come un soprammobile, significa interrompere il fluire della vita proprio laddove andrebbe alimentata, visto che dal rapporto di coppia nascono altre vite.


Un ulteriore effetto di ciò è la diminuzione del desiderio sessuale, che in seguito può condurre ad un equilibrio pienamente basato sulla scissione: cercarsi un’amante, con cui vivere la dimensione avventurosa che si comprime nel rapporto di coppia. 


I divorzi sono in aumento rispetto al passato e questo è un dato, paradossalmente, confortante, nel senso che i rapporti di coppia sono, nella maggioranza dei casi, solo dei ricettacoli di illusione e dei contenitori dove perpetuare i meccanismi trasmessi inconsapevolmente da una generazione all’altra.


Almeno, in questo modo, ci si può fermare a riflettere che i conti non tornano.


Certo che se i divorzi e le separazioni proseguono in una infinita catena, occorre chiedersi che cos’è che non sta funzionando. 


Se vediamo la ricerca della tana nella dimensione lavorativa, incontriamo immediatamente la tentazione del “posto fisso”. Se ci riflettiamo in termini più sottili, il “posto fisso” altro non è che una tana che assicura il nutrimento a vita, la non espulsione (ci sono, del resto, anche i sindacati che proteggono) e la garanzia che, finalmente, possiamo stare “tranquilli” (addormentati). L’effetto principale di questo tipo di organizzazione, infatti, è l’addormentamento: piano piano l’impiegato assunto nel posto fisso si adatta al sistema di lavoro, fatto di lamentele, di pettegolezzi, di totocalcio, di invidie, di tossine continue da mandare giù.


L’ultimo gioco che gira negli uffici da posto fisso è il “toto-morto”, che consiste nello scommettere quale personaggio famoso morirà entro l’anno.


Capite quali sono i frutti dell’energia da posto fisso?


Lentamente, si apprende a divenire rassegnati, cinici, cioè ad ammalarsi dentro e, in parecchi casi, ad ammalarsi anche fisicamente. Un siffatto sistema non può condurre ad altro. 


L’illusione della ricerca della tana va nella direzione opposta a quella che caratterizza un ricercatore che comincia ad aprire gli occhi: cercare la pace profonda e definitiva, rilassandosi nel conflitto e nel fluire degli eventi, senza cercare di controllare. Un ricercatore deve chiedersi continuamente se e come sta cadendo nell’illusione di una tana da cercare. 





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