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Rubriche > DIALOGO CON L'EDITORE > Storia ed Origini del Natale. Percorriamo insieme la storia e le origini del Natale
Storia ed Origini del Natale. Percorriamo insieme la storia e le origini del Natale
Articolo di Giuseppe Piccolo pubblicato il 25/12/2019 (3230 Letture)
Immagine animataLa celebrazione del Natale è un evento spirituale molto importante e nasconde un significato più profondo di quello che siamo abituati a dargli distratti dalle nostre usanze e da riti più pagani che spirituali. E’ collegata al solstizio d’inverno che, a sua volta, rappresenta una porta, l’ingresso simbolico ad uno stato superiore di consapevolezza. Nel solstizio d’inverno abbiamo la notte più lunga ed il giorno più breve dell’anno. Il sole tocca, a mezzogiorno, il punto più basso dell'orizzonte e muore per poi rinascere. Da quella data le ore di luce cominciano ad aumentare ed il Sole torna ad illuminare “la notte” perpetuando e rinnovando il ciclo infinito della vita. In questo evento si legge la vittoria della “luce” dell’anima, della fede, sul buio dell’ignoranza, dell’assenza dell’ispirazione divina.



Il Natale è la principale festa dell'anno che nella tradizione popolare era legata alla chiusura di un ciclo stagionale e alla apertura del nuovo ciclo.


La festa appartiene all'anno liturgico cristiano, in cui si ricorda la nascita di Gesù Cristo, che nella Cristianità occidentale cade il 25 dicembre, mentre nella Cristianità orientale viene celebrato il 6 gennaio. La nascita di Gesù viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C. 

Il Natale non viene introdotto subito come festa Cristiana, ma bisogna aspettare l'arrivo del Quarto secolo nell'Impero Romano, e più tardi anche nelle zone dell'Oriente.

La festa cristiana si intreccia con la tradizione popolare. Prima del Natale Cristiano c'era la festa del Fuoco e del Sole, perchè in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè il giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi. Nell'antica Roma si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo di pace, si scambiavano i doni, e si facevano sontuosi banchetti.

Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d'inverno.




Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si dovesse festeggiare il Sole.
E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro. Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.



Storia e origini del natale

E siamo ai giorni nostri, il nostro Natale deriva da tradizioni borghesi del secolo scorso, con simboli e usanze sia di origine pagana che cristiana. Il natale è anticipato dalla vigilia, che dovrebbe essere una giornata di digiuno e di veglia a cui ci si prepara ai festeggiamenti delle feste. 

Nelle case viene allestito un presepe (o presepio), specie nei paesi meridionali, o un'albero di tradizione più nordica. 



I festeggiamenti continuano con l'ultimo dell'anno, dove, passata la breve euforia del degli auguridi Natale, siamo a Capodanno, primo giorno dell'anno. E' una festa periodica di rinnovamento, celebrata in tutte le civiltà e caratterizzata da rituali che simbolicamente chiudono un ciclo annuale e inaugurano quello successivo. 



Origini del nataleE infine arriva l'Epifania, una delle principali feste cristiane la cui celebrazione cade il 6 gennaio. Nata nella regione orientale per commemorare il battesimo di Gesù, fu presto introdotta in occidente dove assunse contenuti religiosi diversi, come il ricordo dell'offerta dei doni dei Re Magi  nella grotta di Betlemme, che poi ha determinato il nascere della figura della Befana distributrice di doni.

I magi erano un gruppo di personaggi che, guidati dalla stella cometa, arrivano dall'oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato a Betlemme, donandogli oro, incenso e mirra. Successivamente vengono indicati come "re" e che il loro numero viene fissato a tre, con i nomi Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. 

Questa festa da un supplemento di regali ai bambini, e fa terminare questo ciclo di festeggiamenti: il giorno dopo si iniziano a spegnere le luci, a disfare gli addobbi.




 La celebrazione del Natale è un evento spirituale molto importante e nasconde un significato più profondo di quello che siamo abituati a dargli distratti dalle nostre usanze e da riti più pagani che spirituali. 



E’ collegata al solstizio d’inverno che, a sua volta, rappresenta una porta, l’ingresso simbolico ad uno stato superiore di consapevolezza. 

Nel solstizio d’inverno abbiamo la notte più lunga ed il giorno più breve dell’anno. Il sole tocca, a mezzogiorno, il punto più basso dell'orizzonte e muore per poi rinascere. Da quella data le ore di luce cominciano ad aumentare ed il Sole torna ad illuminare “la notte” perpetuando e rinnovando il ciclo infinito della vita. In questo evento si legge la vittoria della “luce” dell’anima, della fede, sul buio dell’ignoranza, dell’assenza dell’ispirazione divina.


Dicembre è, in natura, un mese di preparazione per la nuova vita, ancora tutto è fermo nel freddo dell’inverno, però sotto la superficie c’è il seme del prossimo raccolto. Le tradizioni provengono dalle usanze popolari e questa del Solstizio esiste da tempi veramente lontani. La notte del 21 dicembre è stata sempre considerata la notte più magica dell’anno, da trascorrere tra grandi feste e sacrifici di ringraziamento agli dei. 



Dalla Siberia all’Inghilterra, dai popoli europei a quelli del mediterraneo, era tutto un fiorire di riti che celebravano quest’unione tra il grande buio e la luce. Il Sole era ritenuto un Dio o, meglio, la personificazione di una deità e il diminuire del suo calore e della sua luce veniva considerato quasi un segno di declino da sconfiggere. I popoli antichi erano legati ai cambiamenti della terra e degli astri e ad essi attribuivano il buon risultato dei loro raccolti. Tali festeggiamenti venivano fatti  anche per ringraziare il calore della luce solare che tornava a nutrire le piantagioni.


La data del 25 dicembre non è stata scelta a caso ed è legata ad eventi astronomici e ad antiche forme di religione, ciascuna delle quali vedeva nel Sole un’immagine divina. Nei culti di vari paesi è narrata l’uscita dal grembo oscuro della terra di un “raggio solare”….. di qualcuno veramente speciale venuto per riportare la Luce sulla terra. 

Questa data segnava la nascita d’importanti divinità, come ad esempio il Dio Mitra, festeggiata in Persia, o la nascita di Osiride e di suo figlio Oro in Egitto. In Babilonia si celebrava il dio Tammuz, figlio della dea Istar, rappresentata con il bimbo in braccio e un’aureola di dodici stelle attorno alla testa. L’elenco potrebbe continuare ma quello che a noi serve notare è che quelle citate sono tutte divinità “solari”, appartengono cioè ad un mito, ad un Dio solare.


Ma perché la data di queste nascite sacre, collegate al solstizio, è il il 25 e non il 21? 

Probabilmente perché nei giorni dal 22 al 24 dicembre il Sole, nel suo moto apparente, sembra fermo (Solstitium significa “Sole fermo”) e per tre giorni circa sorge sempre allo stesso punto, poi il 24 mostra di riprendere il cammino avviandosi, di giorno in giorno, verso l’altro momento forte del suo percorso: il Solstizio di Estate.

Il nostro Natale è legato alla tradizione dell’antica Roma e dovrebbe coincidere con la festa del Sole Invitto: il dies Natalis Solis Invicti. Il primo Natale del Sole Invitto venne festeggiato a Roma e in tutto l'impero il 25 dicembre del 274 d.C. per ordine dell' Imperatore Aureliano. Su questa festa si sovrappose poi il Natale cristiano.

Ma questa ricorrenza, dentro di noi, nel nostro inconscio collettivo, non è la semplice sovrapposizione di una festa cattolica su credenze, miti e riti dell’antichità ma un insieme di profondi simbolismi spirituali che emergendo dai nostri bisogni interiori si perpetuano di generazione in generazione da tantissimi anni. 

La nascita di Gesù Cristo a Betlemme rappresenta il simbolo, l'archetipo della nascita della coscienza spirituale nella nostra consapevolezza umana, perché quando ci risvegliamo alla luce del Sole ed usciamo dalle tenebre interiori, date dalle cattive abitudini, dall’indifferenza, dall’egoismo, ritroviamo il valore della vita e la nostra serenità.


La similitudine tra il Sole e il Divino Bambino viene ben illustrata da un mio caro amico, studioso di storia e filosofia che la descrive in questo modo: “così come il sole rinasce e la sua luce sconfigge il freddo e le tenebre donando di nuovo la vita al mondo materiale, nello stesso modo il Cristo invincibile (immortale) rinasce e la sua luce, che è amore per il prossimo, sconfiggendo il freddo del peccato originario e le tenebre del peccato attuale, dona di nuovo vita (eterna salvezza) nel mondo spirituale”.




 


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