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Rubriche > RUBRICA MEDICA > Cos’è la psoriasi? Cos’è l’Artrite psoriasica? Da cosa dipende la psoriasi - Fattori scatenanti - A chi rivolgersi
Cos’è la psoriasi? Cos’è l’Artrite psoriasica? Da cosa dipende la psoriasi - Fattori scatenanti - A chi rivolgersi
Articolo di Dott. Giuseppe Arno pubblicato il 2/7/2012 (2912 Letture)
gif72La psoriasi è una delle tante malattie autoimmuni, cioè causate da anomalie del sistema immunitario, che sono le difese naturali dell’organismo. Nelle persone che hanno una predisposizione, un gruppo di cellule del sangue, dette linfociti T, si attiva contro l’organismo stesso, liberando alcune proteine specifiche, le citochine, che causano l’infiammazione e i vari problemi della psoriasi. La predisposizione è genetica cioè viene trasmessa dai genitori ai figli attraverso i geni, e rimane per tutta la vita. In Italia esistono 140 centri per la cura della psoriasi davvero di eccellenza; si tratta di strutture dotate di ambulatori specializzati dove possono essere somministrati i nuovi farmaci biologici, totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Artrite Psoriasica







Cos’è l’Artrite psoriasica?



Psoriasi al gomitoPsoriasi al gomitoL’artrite psoriasica (AP) è una malattia infiammatoria cronica delle articolazioni (caratterizzate da dolore, gonfiore, calore, rigidità articolare e a volte arrossamento) associata alla presenza di psoriasi cutanea o alla familiarità per psoriasi, descritta per la prima volta nel 1818 da un medico francese, Jean Lous Alibert. La malattia colpisce in percentuale lievemente superiore il sesso maschile e la maggior parte dei pazienti manifesta la malattia fra i 30 e 50 anni.



Nella maggioranza dei casi (75%) la psoriasi precede la comparsa di artrite; più rara è l’insorgenza contemporanea del coinvolgimento articolare e cutaneo (15%) mentre ancora meno frequente è la comparsa dell’artrite prima della psoriasi (10%). In un piccolo sottogruppo di pazienti l’AP può essere diagnosticata anche in assenza di psoriasi (AP sine psoriasi). Fra la manifestazione clinica e quella articolare non ci sono correlazioni: l’artrite può comparire o peggiorare quando la psoriasi migliora ma può accadere il contrario.


Cos’è la psoriasi?



La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle, solitamente cronica, non infettiva. Le manifestazioni più comuni sono rappresentate da chiazze arrossate ben delimitate ricoperte da desquamazioni color argento o opalescenti. Le lesioni sono di varie dimensioni e la severità può variare da pochi punti di desquamazione di tipo forforoso a forme più estese con esfoliazioni ed eruzioni più importanti. Il prurito non è sempre presente. Le sedi cutanee più interessate sono: gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, regione lombare; meno frequentemente può manifestarsi nelle superifici di flessione, sui genitali, sulla pianta dei piedi e il palmo delle mani. Possono essere coinvolte anche le unghie delle mani e dei piedi che appaiono ispessite, giallastre e di consistenza friabile, con irregolarità della superficie.


Qual è la causa dell’artrite psoriasica?



Sebbene finora non sia ben nota la causa dell’AP, si ritiene che in soggetti geneticamente predisposti, sotto l’influenza di fattori scatenanti (traumi fisici, infezioni, stress, etc.), il sistema immunitario che normalmente difende l’organismo dall’aggressione di agenti esterni, possa attaccare le articolazioni e la pelle.


Quali sono le manifestazioni articolari dell’artrite psoriasica?



Artrite Psoriasica - maniArtrite Psoriasica - maniL’artrite può svilupparsi lentamente con sintomi lievi oppure rapidamente ed in forma severa. Generalmente, il paziente manifesta uno dei seguenti sintomi e/o segni: rigidità (specialmente al mattino); dolore e gonfiore in una o più articolazioni delle mani, dei piedi oppure gomiti, ginocchia e caviglie, di solito a carattere asimmetrico; riduzione dell’ampiezza dei movimenti; rigidità mattutina; alterazioni delle unghe (per esempio: separazione dell’unghia dal letto ungueale, a tratti infossata da mimare un’infezione fungina). Tendiniti e borsiti (infiammazione dei tendini e delle borse – strutture contenenti fluido situtate tra i tendini e l’osso o adiacenti l’articolazione con funzione di cuscinetto e lubrificazione) possono essere segni distintivi.



Manifestazioni più caratteristiche di questa malattia rispetto alle altre artropatie, come ad esempio l’artrite reumatoide, sono: la dattilite (il cosiddetto dito a “salsicciotto”, che si manifesta con gonfiore omogeneo di un dito della mano o del piede per infiammazione dei tendini e delle articolazioni del dito interessato) e l’entesite (infiammazione del sito di inserzione dei tendini e dei legamenti sull'osso, la localizzazione più frequente è a carico dell’inserzione del tendine di Achille, posteriormente alla caviglia).



Altri pazienti possono riferire episodi di lombalgia che può indicare la presenza di infiammazione delle articolazioni sacroiliache (articolazioni posteriori del bacino).


Come si fa diagnosi di artrite psoriasica?



Non ci sono esami specifici e la diagnosi si pone essenzialmente in base al quadro clinico (segni di infiammazione a carico delle articolazioni o dei tendini, presenza di psoriasi cutanea, psoriasi delle unghie) e la storia clinica (storia di psoriasi nei familiari di I grado). E’ importante comunicare al proprio medico l’eventuale presenza di psoriasi cutanea.



Gli esami di laboratorio non sono specifici e sebbene l’AP a volte si associ ad anemia e aumentati valori degli indici di infiammazione (VES, proteina C reattiva, fibrinogeno) e dell’acido urico (in base alla presenza e gravità della psoriasi cutanea), tali alterazioni sono presenti anche in altre malattie reumatiche, come la gotta, e tra l’altro non è raro osservare dei casi di AP con normalità di tali valori.



Nei pazienti con diagnosi dubbia, l’artrocentesi (prelievo del liquido presente nella cavità articolare) per l’analisi del liquido sinoviale può essere dirimente. Distinguere una forma di artrite gottosa da una forma di artrite psoriasica è importante poiché diversa è la terapia. Una caratteristica dell’AP è l’assenza di un anticorpo chiamato fattore reumatoide, spesso associato all’artrite reumatoide.



Dal punto di vista degli esami strumentali, nelle primissime fasi della malattia la radiografia convenzionale non è utile per la diagnosi poichè le alterazioni caratteristiche della malattia (fenomeni di riassorbimento e proliferazione dell’osso) compaiono dopo mesi o anni dall’insorgenza dei sintomi.



L’ecografia articolare è un esame utile sia nelle prime fasi che in quelle successive, poiché ha una maggiore sensibilità rispetto alla radiografia nel rilevare segni di infiammazione nelle diverse strutture dell’articolazione (versamento nello spazio articolare, studio della membrana sinoviale, etc..).


Qual è la terapia dell’artrite psoriasica?



Onicopatia psoriasicaOnicopatia psoriasicaUna diagnosi e trattamento dell’AP possono aiutare a prevenire o limitare il danno articolare che compare negli stadi avanzati della malattia. La terapia è consigliata dal medico in base alla storia clinica del paziente, alla severità del coinvolgimento articolare e alla tollerabilità ai diversi tipi di farmaci. Obiettivi della terapia sono quelli di alleviare il dolore, ridurre il gonfiore, prevenire il danno articolare.



In prima istanza vengono consigliati i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), al bisogno; essi non curano la malattia ma sono efficaci nel controllare il dolore e la rigidità articolare; agiscono rapidamente ed il loro effetto si esaurisce dopo alcune ore o comunque nell’arco della giornata, per cui il paziente dovrebbe assumerli in maniera continuativa. I FANS devono essere prescritti dal medico che valuterà sia l’eventuale interazione con altri farmaci assunti dal paziente, sia possibili effetti collaterali (ipertensione arteriosa, disturbi digestivi, diarrea, riduzione della diuresi).



Qualora i FANS perdano di efficacia oppure peggiora la severità della malattia, è necessario iniziare l’uso dei farmaci di fondo, così chiamati perché agiscono anche sul gonfiore e sul danno articolare modificando il decorso della malattia (in inglese sono definiti con l’acronimo DMARDs).



Tali farmaci, a differenza dei FANS, non agiscono rapidamente e prima che si manifesti il loro effetto necessitano di diverse settimane. Quelli più comunemente usati sono: gli antimalarici (clorochina, idrossiclorochina) e la sulfasalazina (somministrati con cautela per il possibile peggioramento della psoriasi cutanea); più utilizzati oggi sono il metotrexate e la ciclosporina, efficaci sia sull’artrite che sulla psoriasi cutanea. Recenti studi medici hanno evidenziato l’efficacia della leflunomide, farmaco comunemente usato per trattare l’artrite reumatoide ma ancora privo di autorizzazione per il trattamento dell’artrite psoriasica.



I DMARDs possono essere usati anche in associazione tra di loro. Essendo dei farmaci immunosoppressori, con possibili effetti collaterali sulle cellule del sangue, fegato e reni, è necessario effettuare periodicamente dei prelievi di sangue per controllare eventuali alterazioni della funzione di questi organi. 

L’uso dei corticosteroidi è limitato nelle forme aggressive, in primo luogo per via intra-articolare (iniettando il farmaco all’interno dell’articolazione infiammata) che per via sistemica (per bocca, intra-muscolo o endovena).



Da poco meno di 10 anni viene utlizzata un’altra categoria di farmaci chiamati farmaci biologici dove il termine “biologico” si riferisce alla modalità con cui sono prodotti: essi sono potenti immunosoppressori vengono utilizzati nei pazienti che non hanno avuto beneficio dalle terapie con i farmaci precedentemente elencati. Un loro uso tempestivo, tuttavia, sembrerebbe bloccare l’evoluzione della malattia limitando i danni delle articolazioni. Prima di iniziare il trattamento con i farmaci biologici è importante escludere la presenza di malattie infettive latenti o pregresse, come la tubercolosi o le infezioni da virus dell’epatite.



Altri trattamenti possono essere:



  • UVB PUVA

  • immobilizzazione con ortesi

  • attività fisica, riabilitazione

  • terapia fisica (per migliorare e mantenere la funzionalità articolare e muscolare)

  • terapia occupazionale (per migliorare l’abilità ad eseguire le comuni attività quotidiane)

  • gestione dermatologica della psoriasi cutanea, se presente

  • valutazione chirurgica (per riparare o sostituire le articolazioni danneggiate; se giustificato, questo solitamente avviente anni dopo la diagnosi).







 





Cos’è la psoriasi?  Cerchiamo di spigarlo in modo più semplice.



La psoriasi è un disturbo della pelle molto diffuso ma assai poco conosciuto, da cui non si può guarire ma che si può tenere a bada in maniera adeguata. Della psoriasi si ignorano ancora oggi le vere cause scatenanti. Pur non essendo grave, se non curato adeguatamente può arrecare a fastidi e problemi di carattere estetico ma anche psicologico e sociale. Per giunta, la proriasi è un disturbo legato anche a cause di natura psicologica. 



Un disturbo poco conosciuto ma molto diffuso, che crea numerosi disagi e richiede cure continue e precise. Si tratta di un fenomeno cronico, che però si può tenere sotto controllo.



Secondo alcuni la psoriasi è legata ad eventi stressogeni, ma in realtà i fattori psicologici possono essere solo una delle cause scatenanti, e non quella vera e propria. Per altri è una lieve malattia della pelle, curabile con esposizioni al sole. Invece si tratta di un disturbo che può manifestarsi in forme molto serie, che richiedono trattamenti aggressivi e la cura con i nuovi farmaci biologici.


Psoriasi, malattia della pelle



La psoriasi è una malattia della pelle non contagiosa che solo in Italia riguarda 2 milioni di persone. Può comparire a qualunque età, nei bambini, in adolescenza ma anche negli anziani. Colpisce maggiormente le popolazioni del nord, forse per questioni di latitudine; infatti, alcune forme di psoriasi migliorano con l’esposizione al sole, più presente al sud.

Esistono numerose varianti di questa malattia; quella più comune, che riguarda l’80% dei casi, si caratterizza per la comparsa di lesioni cutanee o chiazze, dal colore rossastro e di diverse dimensioni, ricoperte da squame argentee che provocano prurito. Le lesioni tendono a persistere e si localizzano soprattutto su gomiti, ginocchia, dorso e cuoio capelluto.



Un’altra forma di psoriasi piuttosto diffusa è quella artropatica, che colpisce le articolazioni, causando dolori alle ossa e talvolta vere e proprie deformazioni, con conseguente invalidità. Questa variante si suddivide in tre sottocategorie:



  • simil reumatoide

    colpisce le piccole articolazioni, dapprima quelle periferiche e poi quelle centrali

  • entesitica

    colpisce le inserzioni dei tendini nelle ossa

  • assiale

    attacca la colonna vertebrale, soprattutto la parte sacrale e cervicale.



Di solito la psoriasi, alterna fasi di remissione, durante le quali i sintomi scompaiono o si attenuano, e fasi di riacutizzazione, con la ricomparsa dei problemi tipici.


Da cosa dipende la psoriasi



La psoriasi è una delle tante malattie autoimmuni, cioè causate da anomalie del sistema immunitario, che sono le difese naturali dell’organismo. Nelle persone che hanno una predisposizione, un gruppo di cellule del sangue, dette linfociti T, si attiva contro l’organismo stesso, liberando alcune proteine specifiche, le citochine, che causano l’infiammazione e i vari problemi della psoriasi.



La predisposizione è genetica cioè viene trasmessa dai genitori ai figli attraverso i geni, e rimane per tutta la vita.



Mentre in assenza di malattia le cellule dell’epidermide maturano in 20-25 giorni e il loro ricambio non è visibile, perché le cellule morte lasciano il posto a quelle nuove in maniera graduale, in caso di psoriasi le cellule impiegano solamente 3 o 4 giorni per maturare e spostarsi verso la superficie della pelle. La conseguenza è che c’è una sovrapposizione e un accumulo di cellule, e la formazione di lesioni spesse.


Fattori scatenanti



La predisposizione genetica non porta necessariamente alla malattia, perché la psoriasi si scatena solo se la predisposizione interagisce con i fattori scatenanti. Spesso la malattia si scatena come conseguenza della presenza di agenti microbici, o infezioni da streptococco. A volte è sufficiente un mal di gola, o l’uso di alcuni farmaci (es. i betabloccanti) per innescare la psoriasi.



Altri fattori scatenanti sono:



  • traumi locali, quali ustioni, cicatrici chirurgiche, urti

  • irritazioni della pelle

  • squilibri ormonali, tipici della pubertà della menopausa

  • fumo e abuso di alcol

  • fattori stressanti, come ansia, stress o eventi caratterizzati da forti emozioni


Cure locali per la psoriasi



La psoriasi non può guarire, ma si può curare e tenere sotto controllo. Per prima cosa è importante cambiare le abitudini di vita scorrette, e in secondo luogo ci si sottoporrà a delle cure, che variano in base alla gravità e dell’estensione della malattia.

Se la psoriasi si manifesta con chiazze circoscritte a limitate aree del corpo, si prescrivono cure topiche (locali), a base di cherotolitici, urea o derivati della vitamina D. Sono pomate, lozioni o gel da mettere direttamente sulle lesioni per riequilibrare la produzione delle cellule cutanee.



Qualche tempo fa venivano usati farmaci a base di cortisone, che riducevano l’infiammazione; oggi però, si cerca di non prescriverli perché a lungo termine perdono gli effetti benefici e causano disturbi collaterali.


Cure farmacologiche per bocca contro la psoriasi



Nei casi più seri e resistenti le pomate non bastano, e il medico prescrive farmaci per bocca. Un tempo si usavano molto i retinoidi, mentre oggi si preferiscono farmaci a base di metrotexate (blocca la risposta di difesa e il processo di infiammazione) e ciclosporina (favorisce una remissione immediata della malattia, ma può essere usata per brevi periodi).



Da qualche tempo si usano anche farmaci biologici, nati grazie alle biotecnologie; si tratta di farmaci riservati ai pazienti che non riescono a guarire con le altre cure più tradizionali. Rispetto alle altre cure, i biologici non causano disordini cardio-metabolici, o tossicità e possono essere usati più a lungo. Queste molecole consentono una cura personalizzata in base alle caratteristiche del paziente e riducono i ricoveri ospedalieri.


Puva, terapia contro la psoriasi



Nei casi di psoriasi moderata è indicata la Puva terapia, che consiste nell’esposizione a raggi Uvb a banda stretta, che oltre ad esercitare una potente azione antinfiammatoria sono capaci di regolare la crescita delle cellule della pelle.


Risvolti psicologici



Chi soffre di psoriasi, oltre ad avere numerosi disturbi fisici e doversi sottoporre alle cure mediche, deve anche affrontare il disagio psicologico della malattia. La psoriasi, infatti, può causare un forte impatto sul benessere delle persone, in termini psicologici e relazionali, con ripercussioni sulla vita affettiva e lavorativa.



Le reazioni degli altri alla malattia, soprattutto se le placche sono localizzate in zone esposte, spingono molti a isolarsi; per di più il dolore, il prurito e la durata delle cure possono peggiorare la qualità della vita. Tutte queste condizioni portano a una ridotta autostima, all’alterazione dei rapporti interpersonali e limitazioni nelle attività sociali.

L’impatto psicologico della psoriasi è stato confermato da numerosi studi, che hanno dimostrato che il 46% dei malati presenta disagio psicologico e l’11% vere e proprie sofferenze psicopatologiche.


Psoriasi e altre malattie



Ultimamente medici e ricercatori si sono concentrati sul legame tra psoriasi e altre malattie, in particolare quelle cardiovascolari. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che la psoriasi rappresenta un fattore indipendente di rischio cardiovascolare. In particolare si è scoperto che le persone giovani, con psoriasi grave, presentano un rischio di infarto tre volte maggiore rispetto alla popolazione generale, perché l’infiammazione cutanea persistente accelera l’arterosclerosi. A questo bisogna aggiungere il fatto che coloro che soffrono di psoriasi tendono a divenire obesi, ipertesi e con problemi di diabete, fattori che predispongono maggiormente all’infarto.


Scarsa informazione



Ad oggi la psoriasi è un disturbo poco conosciuto, e anche gli stessi malati non hanno informazioni e supporto sufficienti. Pochi sono a conoscenza del progetto Psocare, un programma di ricerca sulla psoriasi che intende valutare i risultati a lungo termine delle cure disponibili in Italia. Molto spesso la scarsa informazione porta i malati a non curarsi bene, a scoraggiarsi e a perdere la fiducia, peggiorando la situazione.


A chi rivolgersi contro la psoriasi



In Italia esistono 140 centri per la cura della psoriasi davvero di eccellenza; si tratta di strutture dotate di ambulatori specializzati dove possono essere somministrati i nuovi farmaci biologici, totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale.



 


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