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Rubriche > LE PROVINCE ITALIANE > CENNI STORICI SUL COMUNE DI VOLLA (NA)
CENNI STORICI SUL COMUNE DI VOLLA (NA)
Articolo di Giuseppe Piccolo pubblicato il 21/10/2010 (2199 Letture)
La storia, in senso stretto, del Comune di Volla ha inizio con il 1953, anno che segnò il suo passaggio da trascurata frazione di S. Sebastiamo al Vesuvio a Comune autonomo. Il precedente periodo è solo una serie di vicende plurisecolari di un abitato di cui si hanno solo vaghe framentarie notizie. La denominazione do Volla è frutto di trasformazioni varie da BOLLA in LABULLA, in BULLA ed infine VOLLA.


Luigi Crinisio, don Vittorio, Vincenzo Piccolo



Nella foto: Il primo commissario straordinario di Volla dott. Luigi Crinisio, don Vittorio Sannino, il primo comandante di Volla magg. Vincenzo Piccolo



 CENNI STORICI SUL COMUNE DI VOLLA (NA)



La storia, in senso stretto, del Comune di Volla ha inizio con il 1953, anno che segnò il suo passaggio da trascurata frazione di S. Sebastiamo al Vesuvio a Comune autonomo. Il precedente periodo è solo una serie di vicende plurisecolari di un abitato di cui si hanno solo vaghe framentarie notizie. La denominazione do Volla è frutto di trasformazioni varie da BOLLA in LABULLA, in BULLA ed infine VOLLA.



Bolla era chiamata dai latini perché nella zona esisteva una sorgente d'acqua che alimentava due piccoli fiumi, di cui uno sotterraneo. Le denominazioni Bulla e Labulla si trovano in citazioni inserite in un diploma di Carlo D'Angiò, in un poemetto del Pontato ed in alcune annotazioni del dotto Piero Summonte. Di Volla o Ignuolo si legge nella Storia Angioina allorché si riferisce che, alla morte di Carlo III di Durazzo è sotto il figlio Ladislao, una rissa contrappose i nobili del quartiere Montagna con quelli di Portanova per cui Ladislao accampò le truppe a nord della località detta VOLLA O IGNUOLO.



Con la denominazione DOGLIUOLO veniva indicato il sito in cui confluivano le acque della VOLLA con quelle del SARNO per essere distribuite a NAPOLI.



Nel 1644 l'attuale territorio doveva far parte del “Casale di S. Sebastiano al Vesuvio” che il re di Spagna Filippo IV donò, insieme con il titolo di marchese, a Donna Giulia Brancaccio, moglie del FU regente Caracciolo, per i servigi resi dallo zio Maestro di Campo di Camello delli Monti. tale Casale aveva Giurisdizione “insino alle Paludi circonferendo la Taverna della Noce e la via Sommese, dindi la feudelli Magliuli verso il fiume a mano dritta quando si discende alle Masserie- (Attualmente territorio di Volla per quanto riguarda Taverna della noce e Paludi, nonché territorio di Cercola per le zone delle frazioni Caravita, Monteoliveto e Catini)



S. Sebastiano al Vesuvio, e con esso Volla, rientrava fra i 35 Casali della città di Napoli nei quali fu diffuso il “Banno” emanato d'ordine dell'illustre duca d' ARCOS nel quale veniva regolato il -Jus panizandi- e veniva affidata ai possessori della gabella della farina.



Esiste documentazione dell'istanza presentata da un ricco proprietario terriero di Volla, Michele Lufrano per panificare in proprio. In tale istanza il Lufrano specificava di possedere 75 moggia nel tenimento di Volla, pertinenza del Casale di San Sebastiano, nel quale aveva costruito "un casino con osteria ed altri comodi per abitazioni dei suoi personali". In tale costruzione pensava di ricavare " un forno per cuocere il pane per uso non meno dei suoi coloni che per servizio di tutti quelli che vanno servendo S.M. Il re allorché ivi si porta per il suo Reale divertimento della Caccia.

Parte del territorio di Volla era, dunque riserva di caccia dei Reali all'epoca del Lufrano (1750). (Lufrano aveva un grande panificio a Volla, serviva anche il Re di Napoli). La casa reale, che si riferiva al RE Ferdinando di Borbone, lo era diventata già molti secoli prima, quando la zona (paludosa, umidissima, maleodorante ed infestata di zanzare) fu bonificata a seguito di provvedimento da CARLO d' Angiò e, in seguito da Alfonso d' Aragone: con Ferrante I furono realizzati gli incanalamenti delle acque nel FOSSO REALE e nel Fosso del Graviuolo e la zona divenne luogo di caccia riservata al RE e alla Corte.



Altre testimonianze delle passate divenne di Volla sono date da atti di concessione gratuite, sotto il RE Alfonso D' ARAGONA (1442- 1458), di terreni che costituivano " maremma pestilenziale e incolta a causa di copiose acque" agli agricoltori più miseri.



La bonifica dei suoli reali rese terreni molto fertili e si sviluppò la primordiale economia di Volla che ancora oggi è prevalente.



Allorché a seguito di lunghe battaglie politiche per l'ottenimento dell'autonomia, nel 1953 Volla assurse a rango di Comune i primi amministratori si trovarono al governo di un territorio povero di servizi e con uno sparuto numero di dipendenti che operavano nel piccolo fabbricato, oggi adibito a consultorio familiare.



In circa 30 anni di amministrazione si sono assicurati i maggiori servizi con la costruzione della casa comunale, tre edifici di scuole elementare, due scuole medie, rete idrica e fognante per le zone più popolose, impianto di depurazione.

Volla divenne comune indipendente da San Sebastiano al Vesuvio (NA) con il commissario straordinario Luigi Crinisio (1953), il primo sindaco di Volla (NA) Michele Scarpato, il primo Comandante dei Vigili Vincenzo Piccolo, il primo vice comandante Vittorio Nelisio, il primo vigile Luigi Iorio.



 


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