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Rubriche > RUBRICA MEDICA > ARTRITE, ARTROSI, OSTEOARTRITE, OSTEOARTROSI
ARTRITE, ARTROSI, OSTEOARTRITE, OSTEOARTROSI
Articolo di Dott. Giuseppe Arno pubblicato il 16/5/2010 (3467 Letture)
L’artrite è una malattia autoimmune che si manifesta con infiammazione e dolore alle articolazioni. Il termine osteoartrosi si applica in particolare alla degenerazione da eccessiva usura della cartilagine articolare, sebbene si verifichino anche progressive modificazioni del tessuto osseo sottostante (osso subcondrale).


L’artrite è una malattia autoimmune che si manifesta con infiammazione e dolore alle articolazioni.



Recenti indagini riguardo all'artrite hanno dimostrato che sono milioni gli individui soffrono a causa di questa patologia. 



La reumatoide e l’osteoartrite sono quelle più conosciute ma  se ne riscontrano di tipologie differenti  e di diversi aspetti.



Sfortunatamente, tutte queste forme si esplicano con  un comune denominatore che è il dolore, con conseguenti  problemi di  movimento e di esistenza abbreviati.



Si ritiene che l’artrite possa essere legata al sistema immunitario dell’organismo, che è incapace di produrre abbastanza anticorpi per impedire ai virus di entrare nelle articolazioni; oppure gli anticorpi prodotti non sono in grado di vedere la differenza tra i virus e le cellule sane (il sistema immunitario prende le cellule sane per cellule malate) e distruggono tutti e due. L’artrite può anche essere provocata da un’allergia a determinati cibi.



L’osteoartrite e l’artrite reumatoide sono i due tipi principali della malattia, ma esiste un terzo tipo, l’artrite gottosa. L’osteoartrite che si riscontra di solito nelle persone anziane, si manifesta in seguito all’usura continua della cartilagine in un’articolazione. La cartilagine che è un tessuto liscio, morbido e perlaceo, ricopre l’estremità delle ossa nelle articolazioni, fornendo loro una superficie liscia su cui scivolare, permettendo un facile movimento delle articolazioni. In seguito a una lesione o dopo anni di uso, la cartilagine diventa sottile e può scomparire. Quando la cartilagine si consuma le superfici ruvide delle ossa strofinano una contro l’altra causando dolore e rigidità. L’osteoartrite colpisce di solito le articolazioni che sostengono il peso del corpo, come le anche e le ginocchia. Sintomi di osteoartrite sono rigidità del corpo e dolore alle giunture specialmente in climi umidi, la mattina o dopo attività stancanti.







L’Artrite Reumatoide è un modello di artrite autoimmune. Con l'artrite Reumatoide, la cartilagine che si trova nelle articolazioni viene  deteriorata.



Il collagene di tipo II si è ridotto notevolmente nella cartilagine quando si è afflitti da artrite reumatoide.



Alcuni esami hanno dimostrato che la cartilagine viene persino attaccata dai globuli bianchi, spingendo il sistema immunitario ad aumentare le difese a sfavore del collagene di tipo II



In conseguenza di ciò,  appare necessario individuare e sostituire il collagene di  tipo II con un’altro più consono.



Quando l’apparato immunitario cessa di scontrarsi con il collagene il tipo II, pure  le sequenza di repliche flogistiche dell'artrite reumatoide tendono  a dissolversi.



Una delle ragioni per le quali il collagene di tipo II  opera sia con l'artrite reumatoide che con l’osteoartrite, è che esso contiene in sé dosi elevate di glucosammina e di condroitina, favorendo l'aumento di nuovi centri cartilaginei.



Una buona consistenza di liquido sinoviale funge da ammortizzatore per le giunzioni durante la normale attività fisica.  



Inoltre, i proteoglicani rinvenuti nel collagene di tipo II, rinforzano il liquido di lubrificazione delle giunture denominato  liquido sinoviale.



Questi  proteoglicani aumentano lo spessore e l’ efficacia di lubrificazione di questo liquido. I proteoglicani  riducono altresì gli attacchi degli enzimi verso la cartilagine.



L’osteoartrite è quasi sempre provocata da eccesso di movimenti specifici e da contusioni o ripetuti microtraumi ed è il tipo  più diffuso di artrite.



Gli studiosi ci informano  che  il  logoramento subito dalle articolazioni come le ginocchia e le anche, determinato inoltre da anni di impulsi e stimoli considerevoli, sia in grado di  contribuire in maniera notevole a tale forma di reumatismo.



Con l’osteoartrite causata dalla frantumazione  della cartilagine in seguito ai moltissimi eccessi, si genera la formazione di una proteina naturale transmembranica  del collagene del tessuto connettivo il cui risultato estremo è, pressoché sempre, una continua sofferenza.



L’artrite reumatoide colpisce tutto il corpo invece di una sola articolazione. Il manifestarsi della malattia si accompagna spesso a stress fisico o emotivo, ma la malattia può essere causata anche da una cattiva alimentazione o da infezioni batteriche. L’artrite reumatoide distrugge la cartilagine e i tessuti dentro e intorno alle articolazioni e spesso perfino la superficie delle ossa. L’organismo sostituisce il tessuto danneggiato con tessuto cicatriziale facendo diventare gli spazi tra le articolazioni stretti o addirittura inesistenti. Questo causa l’irrigidimento e le deformazioni tipiche della malattia. I sintomi dell’artrite reumatoide sono gonfiore e dolore alle giunture, stanchezza, anemia, perdita di peso e febbre. Questi sintomi spesso scompaiono per riapparire in un secondo tempo. La maggior parte delle persone affette da artrite reumatoide hanno alti livelli di rame e bassi livelli di ferro nel siero anche se le articolazioni e i linfonodi hanno un eccesso di ferro che può essere responsabile dei dolori alle articolazioni. Gli ultimi studi effettuati suggeriscono che l’eccesso di rame può essere imputato al fatto che l’organismo richiama il minerale nel luogo dell’infiammazione perché possa svolgere il suo lavoro. Gli integratori che contengono ferro possono favorire l’edema e il deterioramento delle articolazioni. E’ meglio assumere il minerale attraverso la dieta.




L’artrite gottosa colpisce prevalentemente persone sovrappeso che si alimentano con cibi grassi, carboidrati raffinati e che consumano molto alcool. L’acido urico si accumula nelle piccole articolazioni di mani e piedi; questa forma di artrosi colpisce più gli uomini delle donne. Sono state ideati molti trattamenti nutritivi per l’artrite e le ricerche sono ancora in corso. E’ importante che la persona che soffre di artrite si alimenti con una dieta equilibrata in modo da fornire al corpo tutti gli elementi nutritivi necessari a riparare i tessuti.



Le Osteoartriti sono il tipo di inconveniente caratteristico a danno delle articolazioni ed intervengono notevolmente  sulla qualità del modo di vivere.



Recentemente, si è riscontrato un aumento dell’interesse verso l’uso di agenti condroprotettivi per la cura delle osteoartriti articolari.



Per comprendere meglio il comportamento di questi principi attivi, occorre prima essere a conoscenza della struttura di una cartilagine.

In condizioni normali, le articolazioni ossee sono rivestite dalla cartilagine ed immerse nel liquido sinoviale. In un’articolazione in buona salute, la cartilagine è liscia ed il fluido sinoviale somministra una consona lubrificazione.



Solitamente, la cartilagine presenta la seguente composizione: 2%  cellule dette condrociti, 20 - 40%  matrice extracellulare, 60 – 80% da acqua.



 I condrociti generano e conservano la matrice, che conseguentemente riproduce una condizione disponibile all’incremento di tali cellule.



La matrice extracellulare è formata al 60% da collagene (in maggior parte collagene di tipo II) e dal 40% di proteoglicani che a loro volta sono costituiti da glicosaminoglicani (o mucopolisaccaridi) legati ad una catena proteica.



I glicosaminoglicani più rappresentativi sono Condroitin Solfato-4, Condroitin Solfato-6,  Keratan Solfato e Dermatan Solfato.



Nella matrice, i proteoglicani sono legati a molecole di acido ialuronico con un procedimento atto a conseguire specifici aggregati a forma di piuma.



Questi associati sono molto idrofili e questo giustifica la notevole quantità d’acqua presente nella matrice.



Analogamente, i proteoglicani sono connessi alla fibrille di collagene con il compito di regolare l' eccedente richiamo d’acqua che modificherebbe totalmente le caratteristiche materiali della cartilagine.  



Allo stesso modo di tutti gli altri tessuti connettivi del corpo umano, anche la cartilagine articolare è un composto vivente ed in evoluzione perché, in effetti, è regolarmente demolita e sostituita.



Negli individui in buona salute vige un equilibrio fra l’annullamento del vecchio tessuto (mediante  la sintesi di enzimi da parte dei condrociti) e la produzione di uno nuovo.



Se diversamente la cartilagine viene svigorita più celermente rispetto al tempo utilizzato dall' organismo per l’avvicendamento, è proprio in quel momento che  si sviluppa l'osteoartrite, dato che si determina una produzione inferiore di glicosaminoglicani, che conduce ad una riduzione dei legami tra proteoglicani e collagene.



La conseguenza è un più rilevante richiamo di acqua all’interno della matrice, causando l’indebolimento della cartilagine e limitandone la sua regolare attività di sostegno.



Questo sviluppo si evolve ineluttabilmente, svigorendo senza sosta l’articolazione e procurando, col trascorrere degli anni, deterioramenti insanabili.



Solamente nel 2-3% dei casi le osteoartriti sono generate da incidenti o contusioni alle articolazioni, malattie ereditarie o altre invalidità; in questi casi si tratta di osteoartriti secondarie.



La percentuale più rilevante è delineata dalle osteoartriti primarie ( localizzate o diffuse) che sorgono, in apparenza, senza motivi scatenanti con il prosieguo degli anni.



Le OA primarie si verificano con più probabilità dopo i 50 anni; alcuni studi segnalano che dopo i 65 anni il 75% degli individui soffre di OA più o meno grave.



Le due potenzialità che, secondo gli specialisti, un metodo di cura dovrebbe possedere per sanare le osteoartriti sono ridurre i sintomi del disturbo ed impedire lo sviluppo della malattia



I metodi di cura convenzionali sono soliti agire mediante interventi chirurgici, modificazioni delle abitudini di vita e cure farmacologiche.



L'intervento chirurgico è certamente di notevole utilità ma solitamente è indicato solo nelle situazioni più gravi.



Lo sforzo di correggere certi atteggiamenti sbagliati nello stile di vita è alquanto complicato.



È risaputo che una diminuzione del peso corporeo ed una nutrizione più corretta, coadiuvate da una leggera e specifica attività fisica, mostrino di essere dei motivi che produrrebbero benefici ma sovente sono raramente attuabili nel modo di vivere di ogni  giorno.



L’ utilizzo di medicinali antinfiammatori non-steroidei (aspirina, ibuprofene, etc.) e corticosteroidi, ha un esito tempestivo sugli stati flogistici che causano il dolore ma sovente producono esiti collaterali non trascurabili  come ulcerazioni gastriche, necrosi renali e diminuzione dell’attività immunitaria ed inoltre  non arrestano la osteoartrosi e non hanno effetto rinnovativo.



Ultimamente, studi scientifici hanno incentrato il proprio interesse sull’ analisi di principi attivi che limitino lo sviluppo delle osteoartrosi e favoriscano la riparazione delle cartilagini deteriorate; detti agenti sono chiamati condroprotettivi.



Le proprietà  che dovrebbero possedere sono quelle di  stimolare i condrociti a generare collagene e proteoglicani e di bloccare la degradazione della cartilagine.



La vitamina C è necessaria per impedire che le pareti dei capillari si rompano causando sanguinamento, gonfiore e dolore.



L’acido folico, la vitamina B12 e il ferro (dagli alimenti) possono rivelarsi utili nel trattamento dell’anemia che può accompagnare l’artrite. La frequenza dei disordini al fegato nei pazienti artritici può impedire la trasformazione del carotene in vitamina A. La difficoltà di assimilazione dei carboidrati fa pensare ad una carenza di vitamina B.



Il rame è una sostanza antinfiammatoria ed è quindi utile in caso di artrite. I braccialetti di rame fanno passare la sostanza nel corpo attraverso la sudorazione aumentando quindi i livelli di rame nel sangue.



Il manganese può riparare la cartilagine consumata.



Il selenio è un antiossidante ed esplica un importante ruolo protettivo nei confronti dell’artrite.



Anche lo zinco, antinfiammatorio, può dare sollievo ad alcuni sintomi dell’artrite reumatoide. Il calcio, assunto insieme al magnesio, può dare risultati positivi.



Ci sono anche altre sostanze efficaci nella cura di questa malattia; per esempio, l’aminoacido L-cisteina insieme all’acido pantotenico può combattere l’artrite.



I sintomi dell’artrite reumatoide si attenuano con l’assunzione di un altro aminoacido, L-istidina, mentre per la cura del dolore cronico associato all’artrite, viene usato un altro aminoacido ancora, L-fenilalanina.



L’osteoartrite può migliorare con i lipotropi (importanti per il metabolismo dei lipidi) attivi nei fluidi delle membrane cellulari. (Si pensa che uno squilibrio degli acidi grassi omega 3 e omega 6 possa causare artrite e altre malattie degenerative).



Le iniezioni di acido ialuronico (un mucopolisaccaride) nelle articolazioni malate lubrificano le parti e alleviano il dolore.



Le iniezioni di superossido dismutasi (SOD) danno sollievo alla rigidità, al dolore e al gonfiore delle articolazioni provocato dall’artrite. Il superossido dismutasi appartiene a un gruppo di enzimi che si trovano principalmente nei fluidi all’interno delle cellule, dove svolgono un ruolo protettivo dai danni causati dai radicali liberi.



Il dimetilsolfossido (DMSO) è un altro eliminatore di radicali che dà sollievo alla rigidità e al dolore. I suoi effetti sono potenziati se viene assunto insieme ad altre vitamine e minerali come la vitamina A, il complesso B, la vitamina C, E, lo zinco e il selenio. Il DMSO è stato usato localmente per la cura dell’artrite.



La timosina, parte di un gruppo di ormoni prodotti dal timo, dà sollievo ai dolori dell’artrite reumatoide.



L’adenosina, derivato dell’acido nucleico, può ridurre la rigidità causata dall’artrite.



La riduzione degli oli omega 6 ha dato risultati positivi. L’olio di colza è il grasso migliore perché contiene un giusto equilibrio dei due acidi grassi omega. Anche l’olio d’oliva è accettabile. L’olio di lino contiene circa il doppio di acidi grassi omega 3 rispetto all’olio di pesce. La combinazione dei due oli dà un buon risultato.



Gli oli di pesce e la pappa reale, quest’ultima ricca di acido pantotenico, sono efficaci nel trattamento dell’artrite. L’olio di enotera, ricco di acido gamma-linoleico, ha un’azione antinfiammatoria ed è usato nella cura dell’artrite. Anche l’alfalfa, il prezzemolo, i semi di sedano, lo zenzero (diminuisce l’infiammazione), i peperoncini piccanti e l’aglio sono indicati per l’artrite.



L’esercizio è importante sia nella prevenzione che nel trattamento dell’artrite, perché le articolazioni quando non vengono usate tendono ad irrigidirsi. E’ essenziale però essere seguiti da un istruttore preparato, perché si possono fare gravi danni eseguendo da soli esercizi che possono apparire semplici.



Prima di assumere qualsiasi cosa è sempre indicato rivolgersi al proprio medico curante.




 


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