La teorizzazione di livelli razziali differenti ha permesso di giustificare fenomeni come la schiavitù e il colonialismo ed ha fornito un importante contributo all’intolleranza prodotta dalle differenze religiose e ideologiche.
Numerose componenti concorrono a formare un atteggiamento razzista, ma la base teorica che lo sostiene deriva dalla convinzione che, nella loro diversità, alcuni gruppi siano più sviluppati ed evoluti di altri. Gli uomini si considerano diversi per molteplici aspetti: biologico, culturale, religioso, ideologico, filosofico, tecnologico, ecc. Queste diversità non sono però separate tra di loro, ma ognuna deriva dalle altre ed alle altre è strettamente connessa. Oggi, più di ieri, sembra che la percezione della diversità tra le varie popolazioni mondiali sia connessa principalmente allo stile di vita e alla cultura in generale.
Se però proviamo ad approfondire i sentimenti di ostilità che le singole culture avvertono le une rispetto alle altre, ci accorgiamo che spesso le differenze di tipo culturale vengono ricondotte a un’ipotetica diversità biologica e genetica che avrebbe creato, nel corso della storia, sostanziali differenze tra i gruppi (questo può avvenire, come è stato nel caso del nazismo, anche all’interno di una stessa civiltà e di uno stesso gruppo religioso). La maggior parte dei pregiudizi “razziali” deriva quindi da supposte differenze “costituzionali” che in quanto tali sono giudicate insuperabili (il razzista non violento e buonista dichiara con fatalismo che le differenze “strutturali” delle persone non sono superabili neppure con la buona volontà).
Sottraendo al razzismo la sua base biologico-genetica crediamo sia possibile eliminare buona parte del pregiudizio che governa ancora molte relazioni umane e smascherare parte delle argomentazioni razziste che costituiscono il fondamento ideologico per prevaricazioni e soprusi. Il razzismo spogliato della sua veste “scientifica” mostra più facilmente il suo nocciolo di banalità ed appare per quello che in realtà è: un semplice sentimento negativo verso una parte del proprio prossimo.
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