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Rubriche > RUBRICA LEGALE > Il lavoratore può anticipare la pensione se è diabetico?
Il lavoratore può anticipare la pensione se è diabetico?
Articolo di Avv. Carlo Vitaliano pubblicato il 21/11/2017 (1164 Letture)
Ai lavoratori diabetici non è riconosciuta la possibilità di anticipare la pensione, a meno che dal diabete stesso non derivi una riduzione della capacità lavorativa, quindi una determinata percentuale d’invalidità. La normativa previdenziale, difatti, non riconosce la pensione anticipata o una maggiorazione dei requisiti in base al solo verificarsi di una malattia, ma bisogna che dalla malattia stessa derivi una certa percentuale d’invalidità 



per ottenere (se sussistono i requisiti di contribuzione):




  • la pensione di vecchiaia anticipata, a 55 anni e 7 mesi di età per le donne e 60 anni e 7 mesi per gli uomini, se si possiedono almeno 20 anni di contributi e se l’invalidità è almeno pari all’80%; questo tipo di pensione non è riconosciuta ai dipendenti pubblici e, per ottenerla, è necessario attendere una finestra di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti alla liquidazione della pensione;

  • una maggiorazione pari a 2 mesi di contributi figurativi in più ogni anno, se l’invalidità è almeno pari al 74%;

  • la pensione d’inabilità, se viene riconosciuta l’inabilità permanente e assoluta allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa; sono necessari almeno 5 anni di contributi, di cui 3 anni versati nell’ultimo quinquennio;

  • la pensione per inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro, per i soli dipendenti pubblici (i requisiti di contribuzione sono diversi a seconda del tipo di pensione e per i dipendenti dello Stato, degli enti locali e del comparto sanità pubblica).


Diabete e invalidità



Ci si chiede, a questo punto, qual è la percentuale d’invalidità riconosciuta per il diabete. In realtà non esiste una percentuale unica, ma dipende dal tipo di patologia riscontrata. Vediamo i principali contemplati dalle tabelle Inps:



  • diabete mellito con complicanze gravi: dal 91% al 100%;

  • diabete mellito scompensato con complicanze di grado moderato: dall’81% al 90%;

  • diabete mellito in mediocre compenso con complicanze di grado moderato: dal 71% all’80%;

  • diabete mellito in buon compenso con complicanze di grado moderato: dal 61% al 70%;

  • diabete mellito scompensato con complicanze di grado lieve: dal 51% al 60%;

  • diabete mellito in mediocre compenso con complicanze di grado lieve: dal 41% al 50%;

  • diabete mellito tipo 2 insulino trattato non complicato scompensato: dal 31% al 40%;

  • diabete mellito in buon compenso con complicanze di grado lieve: dal 21% al 30%;

  • diabete mellito tipo 1 in mediocre compenso glicemico e/o con complicanze solo strumentalmente rilevate: dall’11% al 20%;

  • diabete mellito tipo 2 insulino trattato e diabete mellito tipo 1 non complicato: dal 6% al 10%;

  • diabete mellito tipo 2 non complicato: dallo 0 al 5%.



In base a quanto osservato, la percentuale d’invalidità e la possibilità di ottenere prima la pensione dipendono dal tipo di diabete diagnosticato.


Diabete: come fare domanda d’invalidità



Per ottenere la pensione di vecchiaia anticipata, la maggiorazione dei contributi o uno dei trattamenti d’inabilità, non basta che il medico curante diagnostichi il diabete, ma bisogna che l’invalidità derivante dal diabete sia riconosciuta da parte di un’apposita commissione medica.



 


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