Ci sono giornalisti venduti e cronisti stupidi...
Articolo di Giuseppe Piccolo pubblicato il 8/1/2014 (2414 Letture)

Beh, c’è anche tanto analfabetismo nel campo dell’informazione, c’è approssimazione presuntuosa, c’è superficialità spudorata, c’è disonestà professionale.

Talora con una virgola fuori posto si può tradire il senso di una frase. Ma che importa? Non parliamo poi delle virgolette che si aprono e si chiudono a piacere per confermare ciò che si presume sia stato detto o scritto dal tizio, caio o sempronio (anche interpretando maldestramente le parole per fare più colpo sui lettori). Basterebbero certe virgolette usate a sproposito per introdurre una querela. Ma come si potrebbe querelare tutti i giornali ecc. ecc.?
E così si lascia perdere, e così i mass media peggiorano di giorno in giorno, e così la disonestà professionale diventa prassi quotidiana con l’avvallo del nostro silenzio, questo vale anche nei piccoli paesi.
Mafia: Gruppo di persone che usano illecitamente il potere anche a danno di qlcu. o qlco. per conseguire i loro interessi particolari.
Combriccola: mafia di partito.
Più che i cronisti, dobbiamo temere l’informazione al servizio del potere, che possiede una tale capacità professionale da farci credere una cosa per un’altra, da trovare tutti i sotterfugi di questo mondo per imbrogliare la gente.
La gente alla fine ci crede, perché, come dice un detto latino, «Audacter calumniare, semper aliquid haeret» (“calunnia senza timore: qualcosa rimane sempre attaccato”). Le calunnie ripetute con arte alla fine producono degli effetti soprattutto sulla massa, che rimane perciò convinta, e di conseguenza vota anche i più corrotti. Da anni in Italia succede così. Da anni l’informazione ha fatto credere a milioni di italiani che le cose stanno diversamente dalla realtà dei fatti.
Anche qui, entra in gioco quel buonismo di carattere religioso o umanitario secondo cui la persona andrebbe sempre, in ogni caso, rispettata. La persona! Dio mio, che significa persona? Già dire “personaggio” è diverso. Il personaggio mette la persona in secondo ordine, o addirittura la mette fuori causa, per imporre la propria ideologia, il proprio potere, la propria tracotanza, alla faccia di tutte le persone di questo mondo. Vogliamo o no capire che in gioco ci sono invece milioni di innocenti, c’è in gioco il futuro dei piccoli? E la preoccupazione sarebbe quella di tappare la bocca a chi vuole combattere un regime di distruzione totale? Che m’importa della distinzione teorica tra persona e sistema, tra errante e errore, quando di mezzo c’è la libertà, c’è la democrazia, c’è il progresso umano-sociale di un Paese intero?
Già i giornalisti sono quelli che sono, pochissimi sono leali e corretti.
Alcuni giornalisti sono scrittori, come gl'imbianchini sono pittori.
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