Il vaccino contro l'influenza, secondo uno studio presentato al Canadian Cardiovascular Congress di Toronto, dimezza il rischio di morte per infarti e ictus, ed e' un vantaggio che vale sia per le categorie a rischio che per le persone sane - Tumore: V edizione Libro bianco Aiom, quintuplicate strutture anti-dolore. Oncologi, ora serve alleanza vera con i medici di famiglia.
Lo studio ha esaminato un totale di 3227 persone, circa meta' dei quali aveva un problema cardiaco gia' noto, assegnate a caso al vaccino o a un placebo. Dopo un anno nel gruppo con il vaccino si e' notata una riduzione del 50% di eventi cardiaci maggiori, come infarti o ictus, mentre la mortalita' totale era diminuita del 40%. Queste cifre, sottolineano gli autori dell'universita' di Toronto, valgono sia per i pazienti a rischio che per quelli sani, e un altro studio presentato allo stesso congresso ha dimostrato che il beneficio vale anche per i portatori di pace maker o altri dispositivi cardiaci.
Migliora l'assistenza oncologica in Italia soprattutto per quanto riguarda i servizi riabilitativi (passati dal 4,6% al 47% odierno) e quelli per i malati terminali. Le strutture per terapie anti-dolore sono, infatti, quadruplicate, arrivando all'85% dei casi odierni, dall'80% nel 2009, dal 70% nel 2005 e dal 20% nel 2001. Non solo: dal 2003 sono quintuplicate le apparecchiature per la tomografia: erano presenti nel 10% delle strutture, oggi nel 48% dei centri, mentre scintigrafie e risonanze magnetiche (Rm) sono quasi raddoppiate passando dal 36 al 66% e dal 51 al 94%. Sono alcuni dei dati contenuti nella ''Carta dei servizi dell'Oncologia Italiana - Libro Bianco V Edizione'' realizzata dall'AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) con il supporto di Novartis, presentato al XIV Congresso Nazionale della societa' scientifica che si chiude oggi a Roma.
In ognuna delle 192 strutture di oncologia medica nel nostro paese si eseguono in media 6170 visite ambulatoriali all'anno (erano 5.000 nel 2008, 3.000 nel 1999), mentre i ricoveri sono 730 con una durata di circa 5 giorni. Ogni reparto ha una disponibilita' di 15 posti letto e vi lavorano 6 medici strutturati. Un quadro confortante, che secondo il presidente dell'Aiom Stefano Cascinu, ''e' indispensabile per costruire le reti oncologiche regionali''. ''Ci sono stati miglioramenti - continua Cascinu - anche nella disponibilita' degli apparecchi per radioterapia presenti nel 46% delle strutture oncologiche nel primo censimento AIOM del 2001, nel 60% nel 2009 e nel 70% oggi''.
Il Libro Bianco 2012 comprende, come la precedente edizione, la Carta dei Servizi e ''si affianca - conclude Carmine Pinto, segretario nazionale AIOM - alle ventisette linee guida aggiornate nei contenuti e modificate nella metodologia, alle sei raccomandazioni cliniche e metodologiche, ai controlli di qualita' per i test biomolecolari e ai 'Numeri del cancro' con i quali annualmente presentiamo il quadro epidemiologico dei tumori in Italia.
Hanno superato la soglia dei 5 anni senza ricadute della malattia e tornano alla vita di tutti i giorni: riprendono il lavoro, praticano sport, fanno dei figli. Sono i cosiddetti 'lungosopravviventi', un milione e 285 mila persone guarite dal tumore che devono pero' essere costantemente seguite per evitare rischi di recidiva. Per facilitare la loro assistenza e' ''inevitabile'' spostare il follow-up sul territorio ''grazie a una collaborazione adeguata con i medici del territorio''. Ne hanno parlato i professori Stefano Cascinu, Presidente dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom), e Carmelo Iacono, presidente della Fondazione Aiom, durante la giornata precongressuale del XIV Congresso nazionale degli oncologi, che iniziera' domani a Roma e si concludera' il 29 ottobre. ''Formalmente - spiegano Cascinu e Iacono - non possiamo parlare di persone guarite dal cancro. Ma molte di queste sopravviveranno alla neoplasia e moriranno per altre cause, come il resto della popolazione''. Per la loro assistenza, aggiungono, ''dobbiamo impegnarci per dare loro la possibilità di essere seguiti per i controlli di routine anche vicino casa, senza doversi recare per forza nei centri oncologici. Per questo lanciamo un appello ai medici di famiglia per creare un modello di condivisione del follow-up. Un'alleanza che ottimizzi l'assistenza e diminuisca i tassi di ospedalizzazione durante la sorveglianza clinica. Questo significa poter garantire alle persone una qualità di vita decisamente migliore''
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