Esisteva la “Lanterna del Molo” ed era l’antico faro del porto. C’era già dai tempi di Carlo d’Angiò ma alla fine del ‘400 fu rifatta, con l’ampliamento del molo, per volere di re Ferrante d’Aragona che impose alle imbarcazioni un nuovo dazio, il “ Ius lanternae” che serviva alla manutenzione dei fari del regno ed in particolare di quello di Napoli. Distrutta poi da un incendio, venne restaurata dal viceré duca d’Alba nel 1627. Fu abbattuta per lavori nel 1932 ma ne resta memoria, oltre che nei dipinti e in alcune foto d'epoca, anche in una nota espressione napoletana: ”Piglià 'o caxxo p''a lanterna 'o muolo”, cioè 'prendere fischi per fiaschi'.