Attente alla dieta in gravidanza. Quale dieta per la futura mamma?

Data 22/9/2023 7:40:00 | Categoria: Nutrizione

E’ la domanda che molte donne si fanno quando scoprono di essere in dolce attesa. Bene cerchiamo di capire insieme cosa sicuramente non fare…in questo ci vengono in aiuto (oltre i consigli di mamme, nonne etc etc) i recenti studi in materia.  Infatti è stato scoperto in questi giorni,  un legame finora sconosciuto  tra la dieta della donna in gravidanza può influenzare fortemente la salute del nascituro  e in particolare la salute del suo fegato.




Allattamento al senoIn uno studio, pubblicato sulla  rivista Hepatology, i ricercatori dell’Università del Southampton hanno pubblicato che una dieta, durante la gestazione, con un alto contenuto di grassi,  favorisce lo sviluppo e di un fegato  grasso nel nascituro, quella che poi nell’età adulto pu evolvere nella ben nota steatosi epatica.




Questo aggiunge un altro tassello alla composizione della dieta sana per la futura mamma e avvalora la tesi di molti ricercatori e nutrizionisti, secondo cui un’alimentazione sbilancia e troppo ricca di acidi grassi  può avere effetti dannosi sulla salute del bambino.




La steatosi non -alcolica (NAFLD) è provocata da un aumento di grassi nel fegato.  La NAFLD   è  fortemente associata all’obesità, e  pensare che solo fino a poco tempo fa, essa era considerata poco comune e relativamente innocua,  mentre ora è considerata tra le patologie della ghiandola epatica  più diffuse e che può progredire in cirrosi cronica.




Il Professor Christopher Byrne, con i colleghi  Dr Felino e Dr Bruce dell’University’s School of Medicine al King’s College di Londra ha condotto lo studio e ha scoperto  che una dieta troppo ricca in acidi grasi saturi nella mamma, può accelerare nel feto lo sviluppo di un’epatopatia e renderlo maggiormente suscettibile in futuro a sviluppar
e  una steatosi epatica.




Quindi  una raccomandazione importante, leggete bene l’etichetta, sempre ma soprattutto quando dovete occuparvi anche della  salute di un’altra creatura. In particolare soffermatevi nella lettura, non solo della quantità di grassi, ma sulla tipologia. Scrivere che un prodotto contiene circa 14 o 20 g di grassi su 100 g è una parte della verità, poi bisogna vedere quanti sono i grassi saturi, quelli insaturi (differenziati in polinsaturi e monoinsaturi nelle etichette più complete). Un alimento con una quota maggiore di acidi grassi saturi non è salutare.




Ma attenzione anche alla cottura degli acidi grassi insaturi (es olio di oliva o di sesamo  o di girasole).




I nutrizionisti spesso si battono contro i “fast food” ed hanno ragione! Diversi studi dimostrano come gli oli insaturi portati ad alte temperature producono sostanze tossiche addirittura peggiori  dei grassi saturi.



Qualche regola pratica!




Bollire più volte l’olio, come succede nei fast food, comporta un ulteriore aumento delle tossine totali, insomma crediamo di mangiare del cibo ed in realtà mangiamo del veleno!




La dose massima raccomandata di consumo di grassi saturi corrisponde a <10% delle calorie della dieta. In media in Europa s
i consuma ancora una quantità di grassi saturi superiore a quella raccomandata, ad oggi circa il 15% delle calorie. Perciò si deve tentare di ridurre la quantità di grassi saturi consumata, prestando ad esempio attenzione agli acidi grassi presenti nei diversi alimenti.




Le principali fonti di acidi grassi saturi  nella dieta sono: i tagli grassi della carne, la pelle del pollo, prodotti a base di carne quali salsicce e polpettoni, il latte intero e tutti i prodotti caseari come formaggi e panna, burro e lardo, olio di cocco, olio di palma, pasticcini, torte e biscotti, dolci e cioccolato




Quindi, ecco alcuni consigli per diminuire la quantità di grassi saturi nella dieta:



  • Scegliere tagli magri di carne ed eliminare il grasso visibile, rimuovere la pelle dal pollame, grigliate la carne piuttosto che friggerla.

  • Tener conto della quantità consumata di salsicce, pasticcini, torte, biscotti, dolci, cioccolato.

  • Scegliere i prodotti caseari a basso o ridotto contenuto di grassi.

  • Scegliere l’olio vegetale (ricco in grassi insaturi, come l’olio di girasole, di sesamo, d’oliva) piuttosto che uno ricco in grassi saturi.




Ed infine, consumare una dieta bilanciata, con tanta frutta e verdure e alimenti ricchi di amido (come riso, pasta e patate). 




Scegliere sempre dei metodi di cottura con una ridotta quantità di grassi come la bollitura e la cottura al vapore.




 




 







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