La persona etica sa che non deve tradire la moglie, il moralista non lo fa e basta!
Categoria : DIALOGO CON L'EDITORE
Pubblicato da Giuseppe Piccolo in 18/7/2011
stella30«Vorrei sapere la differenza tra etica e morale. l'etica è lo studio della morale, oppure sono due cose completamente staccate?»
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  I due termini sono storicamente sinonimi, anche se taluni personaggi – nei secoli - li hanno utilizzati con significati leggermente diversi. Negli scritti dell'Istituto, ad esempio, usiamo la parola “morale” per indicare la somma delle consuetudini sociali condizionate dai contenuti propri ad un'epoca e ad una tradizione culturale, e quindi prive di un valore “universale”. Utilizziamo invece il termine “etica” per descrivere una visione più allargata e relativamente universale, come ad esempio la non violenza, i diritti umani, ecc.




   Tuttavia, si tratta di una scelta fondata sulla necessità di semplificare il linguaggio, servendosi di una singola parola, al posto di una più complessa e articolata definizione.




   Il termine etica deriva dal greco éthos, che significa “consuetudine” e “costume sociale”. Come vede, l'etimologia della parola tradisce già il senso di una regolamentazione priva di afflato universale.




Il filosofo tedesco Hegel (nato a Stoccarda nel 1770 e morto a Berlino nel 1831), attribuì al concetto di “eticità” una visione più concreta del principio di “bene morale”, rendendo questo secondo aspetto più simile ad un'astrazione da cui si oggettivizza l'etica del quotidiano.




Aristotele a sua volta fece uso di entrambi i termini, attribuendo ad uno significati connessi al mondo, e all'altro significati legati alle “sostanze celesti” (al di fuori del tempo)




Nell'epicureismo e nello stoicismo, l'etica è sinonimo di “ucronia” (assenza di tempo, esistenza atemporale, ossia fondata su percezioni estranee all'umana temporalità). Qui, vediamo l'etica come la percezione illuminata e sganciata dai valori sociali (legati al tempo) propria al saggio, e la morale come la sua contrazione umana (connessa al tempo e alle regole di una tradizione).




Anche in Agostino il concetto di etica è associato all'immobile e permanente sapienza di Dio. Da Platone a Plotino, da Agostino a Tommaso d'Acquino, nei secoli per molti filosofi e pensatori, i contenuti di etica e morale sono stati disquisiti in termini di “tempo” e “atemporalita”, che potremmo contrarre nell'idea di “oggettivo” (ossia trascendente il pensiero e la cultura umane) e soggettivo (influenzato dalla tradizione umana).




In realtà, non è mai esistita una sostanziale differenza tra etica e morale. Occorre rammentare che il linguaggio non possiede nulla di veramente oggettivo. Esso è un sistema di comunicazione simbolica e, come tale, soggetto alle variazioni dei tempi e dei luoghi in cui si evolve.




Oggi si parla molto di morale. Nella generale caduta del linguaggio, con una triste perdita delle varietà espressive proprie ad ogni cultura, occorre adeguarsi all'uso comune di un vocabolo. Poiché l'abuso del termine “morale”, esprime perfettamente tutti gli ambiti del condizionamento e delle regole sociali tipicamente umane, noi lo abbiamo scelto per descrivere una visione limitata e stereotipata.




Appare logico che un qualsiasi pensatore possa enunciare valori di livello oggettivo o universale usando a suo piacimento tanto la parola “morale”, quanto il termine “etica”; ugualmente, un qualsiasi e condizionato oratore o scrittore, può parlare di alti valori etici per descrivere qualcosa di limitato e ristretto.




Abbiamo apprezzato molto la sua domanda, perché oggi è sempre più raro (purtroppo) che qualcuno si ponga quesiti sul significato dei termini che usa e sente utilizzare. Tuttavia si deve anche rammentare che il linguaggio, in questo secolo soprattutto, non rappresenta certamente un fondamento certo di significati stabili.




La superficialità nell'utilizzo della parola è ormai dilagante in tutti i campi ed occorre essere molto attenti, e non fermarsi alla superficie delle cose.




Quando una persona parla o scrive, è utile mettere al vaglio il suo pensiero nel complesso, senza affidarsi troppo al fatto che conosca con certezza il preciso significato dei vocaboli di cui fa uso.







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La persona etica sa che non deve tradire la moglie, la moralista non lo fa e basta! 








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