Con la legge di stabilità 2016 il limite per i pagamenti in contanti è stato aumentato a 3.000 euro
Categoria : DIALOGO CON L'EDITORE
Pubblicato da Giuseppe Piccolo in 20/5/2016
Dal 1° gennaio 2016 il limite alla circolazione del contante è di 3.000 euro. Vediamo quando tale limite opera e che eccezioni ci sono.
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Con la legge di stabilità 2016 il limite per i pagamenti in contanti è stato aumentato a 3.000 euro. In altre parole, sono vietati i pagamenti in contanti di importo pari o superiore a 3.000 euro. La previsione di questo limite ha l’obiettivo di ridurre la circolazione del nero e favorire i pagamenti tracciabili.



Per pagamenti tracciabili, quindi sempre ammessi a prescindere dall’importo, si intendono:



Quando opera il limite dei 3.000 euro in contanti?



I limiti alla circolazione del contante valgono sia nei rapporti commerciali, cioè tra le imprese, sia nei rapporti tra privati, quindi ad esempio anche con riguardo ai pagamenti tra parenti o tra amici.



Il limite di 3.000 euro invece non opera in caso di prelievo dal proprio conto corrente bancario.



Infatti dal conto si possono prelevare più di 3.000 euro perché sostanzialmente c’è di mezzo una banca. Attenzione però al fatto che, se le operazioni di prelievo avvengono frequentemente, la banca potrebbe segnalare l’operazione ai fini dei controlli antiriciclaggio.


Posso frazionare un pagamento in modo da andare sotto il limite di 3.000 euro in contanti?



La legge non permette di spezzettare il pagamento in contanti di un’unica operazione, fino a scendere al di sotto del limite di 3.000 euro, se non in casi ben precisi.



In particolare il frazionamento di un’operazione superiore a 3.000 euro è ammesso quando:




Il frazionamento diventa comunque illecito quando viene fatto in modo artificioso al solo fine di eludere la normativa, ovvero quando non corrisponde a un concreto interesse della parti o a una prassi commerciale.



 Facciamo qualche esempio più concreto:



Quando un pagamento in contanti è vietato anche sotto i 3.000 euro?



La legge che ha imposto il limite di 3.000 euro all’utilizzo del contante ha previsto diverse eccezioni, ovvero situazioni cui il limite per la circolazione del contante è perfino più basso. Se dunque ricorre uno dei casi sotto elencati non si può pagare in contanti, anche se si tratta di importo inferiore a 3.000 euro.



In particolare questi più severi limiti ai pagamenti in contanti operano per: