Un buio fitto e denso
Categoria : MISTERI NASCOSTI
Pubblicato da Anonimi in 15/6/2008
CuoreEra un giorno ventoso d’aprile. Lello uscì di casa come ogni giorno per raggiungere il suo posto di lavoro nella scuola elementare nel quartiere popolare di periferia di Roma. Stava attraversando sulle strisce pedonali …. Guardò prima a destra e poi a sinistra … e corse subito vicino al marciapiede, quando una macchina scura lo investì, facendolo rotolare dopo un lungo volo. All’improvviso nella testa di Lello divenne buio . Un buio fitto e denso, in cui lui si sentiva leggero, e in torno a se vedeva a lunghi tratti un grande bagliore bianco da cui arrivava un tepore a lui sconosciuto.


“Pronto?” Diceva la voce nell’altro capo del telefono.

“Salve, è la signorina Anna?” La sua voce tremava paurosamente.

“Io sono il dottor ..., mi dispiace informarla che Lello non ce l’ha fatta dopo il coma, è morto”

Rimase un attimo in silenzio e poi aggiunse” Mi dispiace” Riappoggiai la cornetta. Restai un attimo immobile con gli occhi sbarrati e la gola soffocata dal pianto.
Io e Lello ci siamo conosciuti anni fa ad una festa di un nostro amico comune. Lui, era appena arrivato a Napoli, mentre io già vivevo qui da sei mesi. La prima volta che ci siamo guardati è stato come se tutto andasse a rallentatore. Mi ricordo dalla stanza in cui ci trovavamo entrambi, una grande stanza affollata arredata con vecchi mobili comprati in un mercatino dell’usato fuori Napoli. Stavo parlando con un’amica di Lino, un mio collega di università . Per caso mi voltai, e lo notai, facendogli un grande sorriso. Lello se ne stava in un angolo seduto da solo, con in mano una birra. Era troppo timido per venire a parlarmi, quindi andò da Lino l’indomani e si fece dare il mio numero di telefono. Il giorno stesso Lello mi chiamò, dandomi appuntamento in un bar vicino al centro. Da allora cominciammo sempre più a stare insieme, anche se so benissimo che dal primo giorno, il giorno in cui mi guardò, già mi ero innamorato di lui. Il nostro è stato un amore folle, pieno di avventure, di viaggi, pieno di progetti. Sognavamo sempre come sarebbe stato vivere insieme, cosa che poi non sarebbe mai accaduta. Mi capita spesso di ripensare a quando pieno di rabbia diceva di odiarmi e di non volermi più vedere o a quando diceva di amarmi e che non mi avrebbe mai lasciato per qualsiasi motivo al mondo. Il fatto è che è andato via, e che non ho nemmeno potuto dirgli addio, nel modo in cui avrei voluto. Non ho potuto nemmeno piangere sulla sua tomba, non ho potuto esserci per vederlo l’ultima volta.

Tempo dopo i suoi genitori mi hanno chiamato per aver restituite lo cose di Otello, che in parte erano anche mie. Loro non sapevano …, cosa avesse significato lui per me … erano venuti a togliermi tutto ciò che ci ha legati per tutto quel tempo.. avevano chiamato me, perché sapevano che avevo le chiavi dell’appartamento e che ero l'amica di Lello.

Naturalmente io ho detto ai suoi di darmi qualche giorno di tempo per organizzarmi.

Ero ritornato a casa di Otello per prendere una cosa tra le più preziose … la nostra foto a cui lui teneva tantissimo. Quando fummo fuori da casa di Lello, stavo per chiudere la porta … quando mi uscì una lacrima guardai la finestra ..e sul davanzale un passerotto canticchiava qualcosa …. Forse quella era la canzone che ci avrebbe riportati liberi dai mali del mondo.