In Italia sempre meno bimbi ma piu' sani

Data 14/1/2024 8:50:00 | Categoria: Curiosità

gemelliSono sempre di meno, in generale in buona salute anche se in sovrappeso e con un'assistenza non omogenea sul territorio. E' il ritratto dei bambini italiani fornito dal 'Libro Bianco 2011, La salute dei bambini', realizzato da Societa' Italiana di Pediatria (Sip), Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Societa' Italiana Medici Manager, presentato a Roma.



bimboSecondo i numeri dal 1871 al 2009 la natalita' si e' quasi dimezzata (-74,25%) e attualmente si assesta a 9,5 bebe' ogni mille abitanti contro, ad esempio, 12,8 della Francia:

''L'Italia non e' un Paese a misura di bambino - spiega Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facolta' di Medicina e Chirurgia dell'Universita' Cattolica di Roma - tutte le politiche del welfare non sono orientate ai bisogni dell'infanzia e non incentivano le giovani coppie a mettere su famiglia''.

A dimostrazione di questo ora nascono piu' bambini al nord, dove ci sono migliori misure di welfare: nel biennio 2008-2009 i valori piu' alti di natalita' si registrano nella Pa di Bolzano (10,7 per mille), nella Pa di Trento (10,4) e, a pari merito, in Valle d'Aosta e Campania (10,3), mentre i valori piu' contenuti si riscontrano in Molise (7,6), Liguria (7,7) e Sardegna (8,1).

Proprio la Liguria e' la regione piu' vecchia, con il 14,6% di under 18, mentre i piu' giovani sono i campani (21,6%), gli abitanti della Pa di Bolzano, i siciliani e i pugliesi.

Sul fronte della salute nel periodo 2003-2008 sia la mortalita' infantile (entro i 12 mesi) sia quella neonatale (entro il primo mese) sono notevolmente diminuite, rispettivamente dell'8,7% e del 9,9%

Ci sono pero' forti differenze regionali, con quella infantile al minimo (1,6 casi per 1.000) per la Pa di Trento mentre il primato negativo (4,82 casi per 1.000) e' della Calabria. Con la crescita iniziano i problemi con la bilancia: crescono le cattive abitudini alimentari, segnala il rapporto, soprattutto per le ragazzine.



 



 






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