ARTROSI - Prevenzione - Chirurgia Ortopedica -
Categoria : RUBRICA MEDICA
Pubblicato da Dott. Gianni Fusco in 18/12/2008
GIFCUORE56Prima di affrontare a quali terapie possa sottoporsi chi è affetto da artrosi è necessario brevemente affrontare il capitolo della prevenzione dell'artrosi. Essendo una malattia degenerativa articolare, la prevenzione deve volgere l'attenzione a ridurre ed eliminare i fattori di rischio e/o aggravamento onde ritardare od arrestare l'evoluzione della malattia. Vi sono condizioni che da sole, o più frequentemente in associazione, possono nel tempo favorire l'insorgenza o l'aggravamento di un processo artrosico.



La prima è meccanica ovvero legata alla mobilizzazione incongrua articolare.

L'articolazione, come si è detto, è concepita come un ammortizzatore che consente lo scivolamento a basso attrito e sotto carico elevato mediante assorbimento elastico delle strutture che la compongono. Per mantenersi sana ed efficiente essa necessita di movimento che consenta il fisiologico metabolismo della cartilagine articolare. La sedentarietà o peggio l'immobilità articolare divengono quindi potenziali fattori di rischio artrosico.

Al contempo, un iper-uso od abuso articolare, sottoponendo un'articolazione ad eccessivo e ripetitivo carico di lavoro, conduce ad "un'usura" articolare; possiamo qui ricordare che vi sono attività lavorative (agricoltori, addetti a martelli pneumatici, autisti, impiegati alla scrivania, pianisti, violinisti, ballerine…) o sportive (giocatori di football, ciclisti, pugili…) che in virtù delle specifiche attività tendono a sviluppare artrosi delle articolazioni più impegnate nell'attività.

E' ragionevole pensare che il sovrappeso o, peggio, l'obesità danneggino la salute articolare per lo stress meccanico cui sottopongono le strutture; bisogna però ricordare che recenti studi, ancora oggetto di discussione, hanno messo in relazione l'alterato metabolismo degli zuccheri e dei grassi, negli obesi, con il danno prodotto a livello articolare.

Infatti, anche coloro che hanno disordini metabolici, iperuricemia o gotta per esempio, o disordini endocrini, come il diabete, sono statisticamente più esposti a sviluppare un'artrosi.

Da quanto brevemente scritto si può dire che la prevenzione dell'artrosi è affidata ad una serie di norme igieniche di vita ed al controllo della salute del proprio organismo.



Chirurgia ortopedica Quando la patologia artrosica, proseguendo il proprio decorso, non risponda più a terapia farmacologica, fisica o chinesiterapica facendo scadere la qualità della vita sia per il dolore incessante che per la limitazione funzionale, diviene risolutiva la chirurgia ortopedica attraverso soluzioni operatorie di diverso impegno. Sicuramente efficaci, soprattutto nei difetti di allineamento articolare, sono le osteotomie (ovvero sezioni ossee al di fuori dell'articolazione atte a risitabilire il corretto asse articolare). Il procedimento, da eseguirsi precocemente quando la cartilagine articolare abbia ancora sostanziale salute, ha il vantaggio di non sacrificare l'integrità dell'articolazione e solleva dal dolore permettendo il mantenimento della funzionalità articolare.

Al contrario delle osteotomie, le artrodesi indicano interventi in cui i capi articolari artrosici vengono dal chirurgo "fusi", sì che da due o più ossa articolate si venga a creare un unico segmento osseo. La indicazione ad artrodesi è dettata dalla locazione dell'articolazione artrosica, dalle condizioni generali e dall'età del paziente.

La pulizia articolare o debridment indica l'asportazione chirurgica di frammenti articolari "levigando" le superfici onde ritardare interventi più radicali; negli ultimi tempi a tale metodica si associa il trapianto nelle aree artrosiche di tasselli di cartilagine prelevati da regioni articolari meno sollecitate. I risultati di tali soluzioni al momento sembrano soddisfacenti anche se uno studio a distanza nel tempo (follow-up) dei risultati non è ancora disponibile.

Accanto alle soluzioni chirurgiche brevemente illustrate, notevole sviluppo, negli ultimi decenni, ha conosciuto la chirurgia protesica con soddisfazione dei pazienti e dei chirurghi.

Il progresso tecnologico nella produzione di materiali protesici biocompatibili a basso attrito, associato al perfezionamento di tecniche chirurgiche e pratiche anestesiologiche, ha consentito a migliaia di pazienti, altrimenti costretti all'immobilità ed alla sofferenza, di sostituire articolazioni "divorate" dall'artrosi. Tra le protesi articolari più diffusamente impiantate ricordiamo quelle per anca, ginocchio e spalla.