Quale sia il cibo dell’uomo ce lo dice la Bibbia. Nel sesto giorno della creazione, dopo aver creato l’uomo, Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo».
E tutti i popoli del mondo da allora mangiarono i semi prodotti dalle
erbe create da Dio, i cereali e i legumi, accompagnati da frutta e verdura.
Nella cucina mediterranea si mangiava pasta e fagioli, macco di fave,
pasta e ceci, e più al nord la zuppa di farro e la splendida ribollita
toscana. In Nordafrica il cus-cus, preparato incocciando la semola di
grano duro, con i ceci. In Oriente il riso con i prodotti fermentati di
soia. In Centroamerica le tortillas di mais con i fagioli neri. In Africa nera il miglio con le arachidi, anch’esse legumi. Fino a 100 anni fa. Poi, nel volgere di 50 anni, è cambiato tutto e oggi mangiamo cose che l’uomo non ha mai mangiato nella storia dell’umanità, cose che neanche il Padre Eterno si era immaginato che l’uomo potesse mangiare, cose che fanno male alla salute: farine private delle fibre e del germe (la cosiddetta farina 00), grassi vegetali idrogenati (le margarine), grassi estratti dai semi o dalle olive con solventi, carni di animali che non mangiano più il loro cibo,
cibi addizionati di coloranti, conservanti, emulsionanti, miglioranti,
aromi artificiali. Il mondo della ricerca scientifica sul cibo, gli
studi che analizzano la relazione fra quello che mangiamo e di cosa ci
ammaliamo o moriamo, indicano però chiaramente che va bene mangiare come si mangiava prima della rivoluzione industriale in campo alimentare.
Il
Codice Europeo Contro il Cancro, le Raccomandazioni del Fondo Mondiale
per la Ricerca sul Cancro, l’Indice del mangiar sano dell’Università di Harvard, indicano, insomma, che è bene: mangiare abbondantemente cereali integrali, legumi, verdure e frutta; limitare il consumo di cibi tipo fast food, ricchi di grassi malsani e zuccheri, e evitare le bevande zuccherate; limitare il consumo di carni rosse (non più di un paio di volte alla settimana) e evitare il consumo di carni lavorate (salumi, wurstel, carni in scatola); limitare il consumo di sale (non più di 5 grammi al giorno) e di alimenti conservati sotto sale; limitare il consumo di bevande alcoliche;
mantenersi snelli; fare quotidianamente esercizio fisico. Sono, queste,
indicazioni coerenti con la dieta mediterranea di cento anni fa, con la
dieta macrobiotica e con la cucina macromediterranea® che proponiamo
noi de La Grande Via. Il consumo di cereali integrali e in generale di fibre vegetali è associato a minor rischio di diabete, infarto, ictus cerebrale, cancro, malattie dell’apparato respiratorio e digerente e anche di malattie infettive.
Il consumo di cibo spazzatura e di bevande zuccherate, a parità di
altri fattori di rischio, aumenta invece il rischio di mortalità
precoce, soprattutto per cause cardiovascolari.
Il consumo di carni rosse e soprattutto di carni conservate è associato
a un maggior rischio di diabete, di infarto e di tumori dello stomaco e
dell’intestino. Il consumo eccessivo di sale è associato al cancro
dello stomaco e all’ipertensione arteriosa. Le bevande alcoliche
sono associate alla cirrosi epatica e ai tumori della bocca, gola,
esofago, fegato e anche della mammella. L’esercizio fisico quotidiano riduce il rischio di morte prematura del 30 per cento. Il sovrappeso, soprattutto l’obesità addominale, è associato sia alle malattie cardiache e dismetaboliche sia al cancro.