Unione delle fedi: Che ne pensa Dio?
Categoria : QUESITI RELIGIOSI
Pubblicato da Giuseppe Piccolo in 24/3/2014
“La religione unisce o divide?” Questa domanda è stata posta ai lettori di un giornale, il Sydney Morning Herald. Tra coloro che hanno risposto, la stragrande maggioranza — l’89 per cento circa — pensava che la religione fosse un fattore di divisione. CHI sostiene l’unione delle fedi, però, la pensa in modo molto diverso. “Mostratemi una religione che non si curi della compassione [...], della tutela dell’ambiente [...], del concetto di ospitalità”, ha chiesto Eboo Patel, fondatore di Interfaith Youth Core. Egrave; un fatto che buddisti, cattolici, protestanti, indù, musulmani e molti altri talvolta hanno unito le forze per combattere la povertà, manifestare in favore dei diritti umani, far vietare l’utilizzo delle mine terrestri, oppure sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche ambientali. 

UNITÀ: A CHE PREZZO?




Una delle maggiori organizzazioni per il dialogo interreligioso si vanta di annoverare tra le proprie file membri di oltre 200 fedi diverse, nonché di operare in 76 paesi. Il suo obiettivo dichiarato è di “promuovere una cooperazione quotidiana e durevole tra le fedi”. Tuttavia, è stato più facile definire tale obiettivo che realizzarlo. Ad esempio, secondo gli esponenti di questa organizzazione, si doveva formulare lo statuto in maniera scrupolosa, così da non offendere i molti gruppi religiosi che lo avrebbero sottoscritto. Perché? Un motivo era che non si riusciva a decidere se si dovesse menzionare Dio o no. Alla fine, si è evitata ogni sorta di riferimento a Dio.


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Se si esclude Dio, che ruolo ha la fede? Per di più, che differenza c’è tra questo movimento per l’unione delle fedi e una qualsiasi organizzazione filantropica? A ragione il summenzionato organismo per l’unione delle fedi si descrive non come un ente religioso, bensì come “un’organizzazione che faccia da ponte” tra le religioni.





È SUFFICIENTE PROMUOVERE IL BENE?




“Tutte le grandi tradizioni religiose sono essenzialmente portatrici dello stesso messaggio, vale a dire amore, compassione e perdono”, afferma il Dalai Lama, un importante promotore dell’unione delle fedi, che aggiunge: “La cosa importante è che [tali qualità] facciano parte della vita di ogni giorno”.



Sicuramente l’importanza di virtù quali amore, compassione e perdono non sarà mai sottolineata  abbastanza. In quella che è stata chiamata la regola aurea Gesù disse: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro” (Matteo 7:12). Ma la vera fede consiste solo nel promuovere il bene?



Riguardo a molte persone dei suoi giorni che asserivano di servire Dio, l’apostolo Paolo disse: “Rendo loro testimonianza che hanno zelo verso Dio; ma non secondo accurata conoscenza”. Qual era il problema? “Siccome non conoscevano la giustizia di Dio”, disse Paolo, “cercavano di stabilire la propria” (Romani 10:2, 3). Poiché non avevano una conoscenza accurata di ciò che Dio desiderava, il loro zelo e persino la loro fede erano vani (Matteo 7:21-23).





IL PUNTO DI VISTA BIBLICO SULL’UNIONE DELLE FEDI




“Felici i pacifici”, disse Gesù (Matteo 5:9). Promuovendo la nonviolenza e portando un messaggio di pace a persone di diverse estrazioni religiose, Gesù metteva in pratica ciò che predicava (Matteo 26:52). Coloro che reagivano positivamente a tale messaggio erano attratti in un indissolubile vincolo d’amore (Colossesi 3:14). Ma l’obiettivo di Gesù era semplicemente quello di costruire un ponte tra persone di varia estrazione affinché potessero vivere in pace? Si unì forse ad altri nelle loro pratiche religiose?



I capi religiosi delle sette dei farisei e dei sadducei si opposero ferocemente a Gesù, arrivando al punto di cercare il modo di ucciderlo. Come reagì Gesù? Disse ai suoi discepoli: “Lasciateli stare. Sono guide cieche” (Matteo 15:14). Gesù rifiutò di riconoscere un vincolo di fratellanza spirituale con persone del genere.



Qualche tempo dopo, fu formata una congregazione cristiana a Corinto, città greca nota per la sua cultura pluralista, multireligiosa. Come dovevano comportarsi i cristiani che vivevano in quell’ambiente? A loro l’apostolo Paolo scrisse: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”. Il motivo? Ecco il ragionamento di Paolo: “Quale armonia c’è fra Cristo e Belial [o, Satana]? O quale parte ha il fedele con l’incredulo?” Poi diede questo consiglio: “Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi” (2 Corinti 6:14, 15, 17).



È evidente che la Bibbia è contraria all’unione delle fedi. A questo punto potreste chiedervi: “Allora, com’è possibile conseguire vera unità?”





COME COSTRUIRE VERA UNITÀ




La Stazione Spaziale Internazionale, una meraviglia tecnologica che orbita intorno alla terra, è il prodotto degli sforzi congiunti di una quindicina di nazioni. Pensate che sarebbe stato possibile portare a termine l’impresa se le nazioni aderenti non si fossero accordate su quale progetto usare?



È essenzialmente questa la situazione in cui si trova oggi il movimento per l’unione delle fedi. Anche se si parla molto di cooperazione e rispetto, non esiste accordo su quale “progetto” seguire per costruire la fede. Di conseguenza, le questioni morali e dottrinali rimangono più che mai fattori di divisione.



La Bibbia contiene le norme di Dio, che sono paragonabili a un progetto. Ciò che dice la Bibbia può essere il fondamento su cui edificare la nostra vita. Chi ha fatto proprie tali norme è riuscito a superare il pregiudizio razziale e religioso e ha imparato a cooperare con altri in pace e unità. Predicendo questa unità, Dio disse: “Darò in cambio ai popoli una lingua pura, perché tutti invochino il nome di Geova, perché lo servano a spalla a spalla”. L’unità è frutto della “lingua pura”, la norma secondo cui Dio vuole essere adorato (Sofonia 3:9; Isaia 2:2-4).



I Testimoni di Geova vi invitano cordialmente a visitare una Sala del Regno della vostra zona per vedere di persona la grande pace e unità che regna tra loro (Salmo 133:1).



 



Testimoni di Geova - LA TORRE DI GUARDIA