"Desideriamo ciò che vediamo ogni giorno", suggeriva un acuto dottor Lecter alla disorientata investigatrice Clarice nel film "Il silenzio degli innocenti". Trasportata in una realtà meno splatter e più rassicurante, la massima può spiegare un fenomeno sempre più diffuso: il flirt in ufficio. Un vero e proprio fenomeno di costume se, come sembra, il 38% dei lavoratori dipendenti ha una relazione con un/una collega.
Un esercito di fidanzati e amanti, seduttori e sedotti, che si muove furtivo tra le scrivanie. Poche, infatti, sono le relazioni che escono alla luce del sole; la maggior parte nasce e vive in clandestinità, all'oscuro di mogli, mariti, colleghi e superiori. Alcune addirittura si consumano all'interno dell'azienda, complice la penombra di una sala-riunioni deserta, una permanenza fuori orario o anche solo una veloce pausa pranzo.
Il motto di questi Arsenio Lupin del desiderio sembra essere: "from bedroom to boardroom". Non stupisce che ne sia nato anche un fenomeno editoriale, con libri come "Kamasutra in ufficio" che elargiscono consigli per un sesso sicuro, appagante e - perché no? - produttivo.
Viva dunque la passione "col cartellino", ma con una cautela: verificate sempre che l'avance sia ricambiata... o no?
La vita è la più bella delle avventure ma solo l’avventuriero lo scopre.
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